Mostra retrospettiva “Chi era Enea”
di Enea Ferrari
Si apre il 24 Agosto 2024 presso il Museo della Stampa Centro Studi Stampatori Ebrei di Soncino un’ esposizione artistica con una ventina di opere di Enea Ferrari che tracciano buona parte del percorso creativo dell’artista.
INAUGURAZIONE Domenica 25 Agosto 2024 ore 18,00
Enea Ferrari fu pittore e docente di materie artistiche presso la Scuola media e la scuola di disegno ed artigianato di Soncino in cui nacque nel 1908.
Iniziò a dipingere in giovane età sotto la guida del padre Annibale e, tra il 1924 e 1928, studiò presso l'Accademia di belle Arti di Brera; tornato a Soncino divenne artigiano di stucchi ed affreschi.
Dal 1932 perfezionò la tecnica del gesso, presso la Scuola Superiore d'Arte di Milano e prese parte alla Mostra Provinciale di Cremona.
Dal 1934 l'artista ha perseguito l'astrazione e ha sperimentato la composizione di opere con elementi naturali come corteccia, mais, corda, spago e trucioli di legno.
Partecipò a mostre non solo in Italia ma anche all'estero, fra cui si ricordano le gallerie M Bochum, Loehr ed Ernst in Germania.
Dopo la morte del professor Merighi che aveva fondato la Scuola di disegno ed artigianato con sede nella salone d’onore delle Rocca Sforzesca, ne divenne direttore e prosegui la sua opera.
In occasione della sagra di Soncino, la seconda domenica di settembre, diede vita, agli inizi degli anni sessanta, al premio di Pittura “Francesco Galantino”, storico locale e abile pittore.
Alla scomparsa del professore la Pro Loco inserì il Premio di pittura fra le attività legate al "Settembre a Soncino".
Nel 1970 Enea ottenne il titolo di “Soncinese dell'anno” per “la preziosa opera di direttore della Scuola di disegno”.
Morì nel suo paese natale il 6 agosto 1972.
Oggi a Soncino sono dedicate all'artista una via a nord-ovest del borgo e la piazza antistante l’entrata della Rocca.
Dice di Lui il suo allievo Angelo Frosio, artista e Presidente della Scuola d’arte Bergognone di Lodi:
Tutti abbiamo bisogno di maestri. Il maestro rappresenta il legame con il passato e con le misteriose origini dell'opera d'arte che si perdono nelle nebbie di un passato remotissimo, ma al tempo stesso la proiezione verso il futuro, incarnato dall'allievo.
Forse il vero mistero dell'arte è proprio nella relazione tra la tradizione e la tecnica da un lato, e l'innovazione e la rottura degli schemi dall'altro. Presso il Museo della Stampa di Soncino, una mostra retrospettiva traccia il percorso artistico di un mio grande maestro, Enea Ferrari, figura cardine di tutta l'arte del Novecento e artista il cui grande carisma ha influenzato profondamente la mia formazione artistica durante i corsi d'arte tenuti al Castello (al tempo tutti chiamavano Castello la Rocca).
Nelle sue prime lezioni, Enea, pur basandosi su un accademismo classico, incoraggiava approcci interdisciplinari a 360 gradi, sostenendo che "la dimensione creativa non ha confini".
A Soncino, la scuola del Castello rappresentava una realtà originale ed unica nel raggio di decine di kilometri, Enea usava la spatola come Michelangelo lo scalpello, e questa sua libertà di cimentarsi in tecniche innovative mi colpì profondamente.
Nella sua figura complessa e a tratti frastagliata intravedevo una sintesi potente e a tratti problematica: Enea “cÞÉapi” si ergeva come il maestro delle nostre tradizioni, capace di valorizzare i nostri difetti e le nostre virtù, ma al tempo stesso una potentissima necessità stilistica personale lo spingeva a esplorare ogni possibilità artistica innovativa e a spronare i suoi allievi a fare altrettanto.
A Enea devo una delle lezioni più grandi che mi hanno segnato come uomo e come artista: l'arte non è un oggetto, un prodotto esclusivo di elites colte e privilegiate, ma un processo plasmato dal carisma e dal talento umani a disposizione di tutti quelli che hanno il coraggio di cimentarvisi.
Questa esposizione dedicata a Enea Ferrari rappresenta un evento prestigioso che, in un momento storico complesso, aggiunge un valore inestimabile a Soncino già conosciuto nel mondo perché nel xv secolo fu stampata la Prima Bibbia Ebraica completa di accenti e vocali e per aver dato i natali a Piero Manzoni.
L’ esposizione rimarrà aperta al pubblico fino all’ 8 settembre 2024 secondo gli orari del Museo della Stampa: dal Martedì al Venerdì dalle ore 10,00 alle ore 12,30, Sabato Domenica e Festivi dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 19,00; nei giorni feriali è possibile, su prenotazione, la visita anche il pomeriggio telefonando allo 0374 83171 o scrivendo a: info@museostampasoncino.it.
PROIEZIONE DOCUMENTARIO
“FRA’ PACIFICO RAMATI DA CERANO”
Quest’anno ricorrono i 600 anni dalla nascita di Frà Pacifico patrono della città di Cerano.
Questo Frate ha avuto molta importanza per Soncino in quanto nel 1470 con bolla papale Paolo II diede mandato per la costruzione nel nostrto Borgo del Convento Francescano dell’Annunziata e per la nuova Confraternita Frà Pacifico compose una regola in 14 capitoli.
Nel 1472 edificò a fianco dell’Ospedale Santo Spirito un Monte di Pietà, con prestito ad interessi Zero per sottrarre i poveri al ricorso a quello praticato dagli Ebrei.
Edificò l’oratorio di San Bernardino di cui esiste ancora l’edificio.
Specializzatosi come confessore, Frà Pacifico raccolse le sue osservazioni in un’ opera in volgare già pronta nel 1473 destinata ai confratelli dal titolo: OPERETA DICTA SUMULA HO VERO SUMETA DE PACIFICA CONSCIENTIA.
Con la Parrocchia di Cerano abbiamo organizzato un “gemellaggio”, circa 80 ceranesi, accompagnati dal loro Parroco Don Egidio Tessera, verranno in visita a Soncino e saranno accolti, in Sala Consigliare, dal nostro Sindaco, da Don Gabriele e dalla Pro loco, dove il dott. Francesco Cusaro illustrerà la vita del Beato soprattutto durante la sua permanenza nel nostro Borgo.
In sala Consigliare è presente un quadro raffigurante la Madonna tra San Bernardino e Frà Pacifico opera settecentesca del milanese Federico Ferrario.
Ci sposteremo poi nella chiesa di S. Maria Assunta, dove, nella sacrestia, è collocato un altro quadro che raffigura la Madonna col Bambino tra San Bernardino da Siena e il Beato Pacifico, qui Don Gabriele impartirà a tutti i presenti la benedizione.
Nelle sale del Museo della Stampa verrà allestito un ufficio postale temporaneo dove funzionari delle Poste procederanno alla timbratura di cartellette e cartoline raffiguranti il Monte di Pietà e il Beato predisposte appositamente per l’occasione.
Giuseppe Cavalli
Mostra “Voglio solo regalarvi un sorriso” di Giovanni Vignaroli
Si apre il 6 aprile presso l’ex Filanda Meroni in Via C. Cattaneo, 1 Soncino - la mostra personale di Giovanni Vignaroli da Ticengo, artista e poeta, inseto nel maggior filone dell’arte contemporanea lombarda e nazionale che sarà possibile visitare fino al 15 aprile 2024.
Inaugurazione Sabato 6 Aprile 2024 ore 10,30
Giovanni Vignaroli, pittore e poeta, è nato a Ticengo dove ancora vive e lavora.
La sua formazione è avvenuta in due fasi distinte: nello studio di Enea Ferrari a Soncino e all’accademia di Brera a Milano.
E’considerato uno dei maggiori artisti lombardi viventi.
Ha esposto le proprie opere nelle maggiori città italiane ed all’estero.
La sua pittura è spontanea e immediata, forgiata nel dolore, masse globulari si innalzano per poi cadere in pause riposanti di grande vigore.
I quadri rivelano un verismo espressivo che sfugge alla consuetudine, per proporre un ponte
interpretativo che risulta aperto agli umili e alla gente della strada.
Vincenzo Cappelli critico d’arte afferma che la pittura dell'artista Vignaroli si offre all'osservatore attraverso preziosi impasti di colore individuati e scelti perché possano al meglio introdurci nella sua personale visione della realtà.
I suoi lavori sono inoltre arricchiti da una straordinaria ricchezza di messaggi, a tratti solo allusivi , ma sempre capaci di rivelarci il suo originale quanto marcato apporto creativo.
Vignaroli ha scritto sette racconti brevi per ragazzi, durante l’inaugurazione verranno presentati, dalla poetessa Soncinese Elide Zuccotti.
L’artista ha deciso di donare questi volumetti agli alunni della Scuola primaria di Soncino;
il suo sogno si è potuto realizzare grazie agli sponsor Franco Mizzotti e Ruth Vanoli.
L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 15 aprile 2024.
Ingresso libero nei seguenti giorni e orari:
venerdì, sabato, domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.30 nei giorni feriali su prenotazione al numero tel.0374/71038
Donne ch’avete, prosegue il viaggio delle donne protagoniste della poesia della professoressa Nadia Menassi
Prosegue a vele spiegate il viaggio delle trenta eroine della letteratura, cantate dalla professoressa Nadia Menassi, raccolte nel testo “Donne ch’avete”: le mie donne della letteratura, edito dalla casa editrice bresciana Serra Tarantola.
La poetessa adrense, mamma di due bambini, da poco si è lanciata nell’avventura di esplorare il mondo della letteratura attiva, ma da sempre per lavoro e per passione frequenta i personaggi che coronano il suo testo.
Le trenta eroine approderanno domenica 10 marzo nell’incantevole città di Soncino, ospite del signor Giuseppe Cavalli, Consigliere della Pro loco locale che presenterà i testi nell’incantevole cornice della Liberty House della città.
Per l’occasione la poetessa sarà presentata dal professor Gian Enrico Manzoni, docente di Didattica del latino dell’Università Cattolica di Brescia e sarà accompagnata dalle dolci note di Michele Maffi, alunno della docente, presso l’istituto Madonna della Neve di Adro.
Siete tutti invitati a conoscere queste donne dalle intense passioni, dai vividi sogni e festeggiare così, con la magia che solo la letteratura e l’arte può regalare, la festa di tutte le donne.
L’ingresso è libero.
Si apre il 2 marzo - presso il Museo della Stampa Centro Studi Stampatori Ebrei di Soncino - una interessantissima esposizione artistica con trenta di opere di Chiara Corio che sarà possibile visitare fino al 17 marzo 2024.
Chiara Corio è una giornalista, photo editor e artista milanese
La sua passione per l’arte e la fotografia è iniziata fin da bambina quando si divertiva a incollare e sovrapporre su quaderni figure che ritagliava da giornali e riviste, accompagnandole con brevi testi scritti.
Nel 2014 ha trasformato quei ritagli nei soggetti della sua arte.
Dopotutto, come afferma, “Giocare è una cosa molto seria, dove puoi divertirti al massimo solo se impari a non tradire mai te stessa”. Nelle mie opere raffiguro e interpreto prevalentemente la vita delle donne, famose o meno, eseguo ritratti del loro vissuto, delle esperienze e degli stati d’animo, agiti o subiti. Il mondo femminile mi interessa perché ha uno sguardo diverso sui grandi temi della vita e sull’assunzione dei ruoli, che non implica però una concezione del superiore o inferiore e costituisce una grande ricchezza e accentua l’uso e della capacità empatica e di quella comunicativa. Sono profondamente convinta del ruolo dell’artista come testimone di eventi storici e sociali.
Le scrittrici rappresentate nei miei quadri sono donne che con le loro opere e con la propria esistenza hanno contribuito e contribuiscono a elevare il grado di civiltà della nostra società attraverso la scrittura e la cultura femminile. Poesia, saggistica, romanzo, novella, attraverso questi generi e in diverse epoche, queste autrici ci hanno trasmesso i loro pensieri sul ruolo delle donne, sia in ambito sociale che privato.
Il filo rosso che collega tutte le loro parole è la condizione femminile, l’innovazione, l’approfondimento e la messa in discussione dei valori patriarcali, restituendoci un patrimonio di riflessione e conoscenza sul ruolo della donna come protagonista attiva del pensiero sociale.
Doveroso ricordare molte di loro si sono espresse in epoche in cui alle donne non erano neanche riconosciuti i diritti allo studio, alla parola, al voto.
Per motivi diversi, le loro vite e le loro storie mi hanno interessato e coinvolto, contribuendo alla mia crescita personale.
Da questa prospettiva, con carta, forbici stoffa e colla, ho rappresentato nelle mie opere il personale riconoscimento delle qualità di queste autrici, ho cercato di riportarle fra noi adesso, nei nostri tempi, per farle rivivere in modo attuale.
Le trenta donne ritratte sono:
Sibilla Aleramo, Hannah Arendt, Jane Austen, Nina Berberova, Agatha
Christie, Laura Conti, Simone de Beauvoir, Emily Dickinson, Emma
Goldman, Zelda Fitzgerald, Patricia Highsmith, Etty Hillesum, Katherine
Mansfield, Louise Michel, Anais Nin, Sylvia Plath, Anna
Politkovskaja, Emmeline Pankhurst, Arundhati Roy, Margaret Sanger, Anne
Sexton, Mary Shelley, Wisława Szymborska, Cristina Trivulzio di Belgioioso, Malala Yousafzai, Etty Hillesum, Virginia Woolf .
I materiali utilizzati per la loro realizzazione sono prevalentemente di riciclo, oggetti di varia natura a cui donare una seconda “vita”.
Chiara Corio è anche impegnata nell’arte sociale: ha creato opere d’arte come potenti dichiarazioni contro il femminicidio, la violenza di genere, i diritti dei rifugiati e della comunità LGBTQIA.
Conclude Giuseppe Cavalli, Responsabile del Museo della Stampa: ringrazio Chiara per aver scelto il Museo della Stampa per far conoscere le “Sue Donne” attraverso questi “ritratti”.
L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 17 marzo 2024 secondo gli orari del Museo della Stampa: dal Martedì al Venerdì dalle ore 10,00 alle ore 12,30, Sabato Domenica e Festivi dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18,00; nei giorni feriali è possibile, su prenotazione, la visita anche il pomeriggio telefonando allo 0374 83171 o scrivendo a: info@museostampasoncino.it.
Sagra Radici
SKA BAND
FESTA DELLO SPORT
Galleria SPAZIO SONCINO - ART AM 4 “FILANDA”
Soncino (CR) – Filanda - Sala Ciminiera, via Carlo Cattaneo 1
Inaugurazione 24 agosto 2023 ore 18,00-20,00
In mostra dal 24 Agosto al 20 Settembre 2023
Orari Sabato Domenica 10-12,30 e 14,30-19,00 giorni feriali su prenotazione dalle ore 16 alle ore 20
Luigi Cazzaniga e Ilka Scobie presentano, con orgoglio, la IV edizione di Art Am con una mostra dal titolo FILANDA.
Cazzaniga e Scobie vivono e lavorano a New York ma trascorrono le loro estati a Soncino.
Cazzaniga ha partecipato più volte alla Biennale di Soncino, sue opere sono esposte anche a New York; Ilka Scobie è poetessa, insegnante e autrice di testi di arte contemporanea per Art Lyst.
La mostra FILANDA, allestita presso la suggestiva e antica fabbrica di seta della città, esplora il dialogo tra artisti contemporanei Italiani e Americani.
La rassegna presenta opere di artisti quali: il maestro americano Ugo Rondinone, che ha realizzato una installazione site specific, le artiste italiane Vera Esposito, Elisabetta Zangrande e Michela Martello, che espongono sia in Italia che a New York, il fotografo Francesco Nazardo, che lavora a New York, Londra e Milano e la fotografa portoghese Rita Barros, le cui opere sono presenti a New York e Lisbona, oltre che nella famosa mostra della London Royal Academy di quest’ estate.
Altri artisti presenti, con sede fuori dall'Italia, sono Chris Martin, Jamie Diamond, Hanny Ahern,
Tamara Gonzalez, Nemo Librizzi, Serena Lewis, Valery e Ruth Oisteanu, Shahrzad Kamel, Travis, Madeline Weinrib, Lola Schnabel (una newyorkese che vive e lavora in Sicilia) e Uman.
Il Borgo di Soncino, città natale di Piero Manzoni, da sempre coltiva e nutre la creatività.
Soncino e l'area circostante hanno dato i natali ad artisti che creano opere entusiasmanti e di grande rilievo, è un grande onore far parte di questa realtà.
Tra gli artisti locali e milanesi saranno presenti: Claudia Margadonna, Francesca Guarneri in arte Cisky, Emanuele Ricci, Laura Cazzaniga, Maria Cristina Cavagnoli, Stefano Ogliari Badessi, Demis Martinelli, Gigi Roveda, Brunivo Buttarelli, Attilio Solzi, Paola Solzi, Silvia Trappa, Alessandro Pedrini e Max Cavallari; da Roma partecipa Ileana Florescu.
Promotrice e organizzatrice dell’esposizione FILANDA, oltre ad Art Am 4, è la Pro loco di Soncino, ideatrice della grande mostra su Piero Manzoni, patrocinata dal Comune di Soncino e attualmente esposta presso il Museo della Stampa.
Art Am 4 non poteva immaginare una compagnia migliore.
Sono aperte le iscrizioni al 62° Premio di Pittura Francesco Galantino.
Quest'anno il tema sarà: Soncino: i paesaggi, i monumenti ed i suoi personggi storici.
Le opere devono essere consegnare entro le ore 16:00 di Domenica 10 Settembre 2023
La proclamazione dei vincitori e relativa premiazione avrà luogo Domenica 10 Settembre alle ore 18 circa.
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Soncino è nota per le sue radici amare, ma anche perché lì, esattamente 90 anni fa, nel 1933,
nasceva Piero Manzoni. A 60 anni dalla sua morte, avvenuta nel 1963 una mostra al Museo
della Stampa, organizzata dalla Fondazione Piero Manzoni di Milano e la Pro loco APS di
Soncino, riporta le opere dell’artista nel suo paese natale. Il progetto è nato dal desiderio di
indagare le relazioni.
La prima relazione è quella tra Piero Manzoni e alcuni artisti delle generazioni più recenti,
invitati a esporre assieme a lui: Sergio Breviario, Dario Buccino, Gianni Caravaggio,
Nicolò Cecchella, Barbara Colombo, Massimo De Caria, Carlo Dell’Acqua, Paola
Di Bello, Andrea Francolino, Carlo e Fabio Ingrassia, Giovanni Morbin, Liliana
Moro, Cesare Pietroiusti, David Reimondo, Fabio Roncato e Skygolpe. Cercare di
scoprire l’eredità di uno dei capisaldi dell’arte italiana non è sempre facile né evidente. Chi fa
arte oggi certo conosce Manzoni e il suo lavoro, ma non sempre in modo esaustivo: anche
perché è entrato profondamente nel DNA di questi artisti, così da non essere più giustamente
riconoscibile e riconosciuto. Dunque, quello che abbiamo cercato è proprio questo “sangue
manzoniano” che potrebbe scorrere in ciascuno dei sedici invitati.
Per alcuni di loro l’artista nato a Soncino è stato in qualche modo parte della propria biografia:
una giovanissima Liliana Moro rimane folgorata dalla piccola foto di un Achrome, panini e
caolino, che le fa intuire la libertà dell’odierno fare arte; Cesare Pietroiusti nel 1981 si trova a
trasportare per una mostra diverse opere di Manzoni da Milano a Roma, nel bagagliaio della
sua Fiat 128 verde pisello; Sergio Breviario dichiara che ha deciso di fare l’artista perché voleva
essere bellissimo, come Piero Manzoni…
Comunque sia, il viaggio per arrivare alla realizzazione di questo progetto è stato lungo e non
banalissimo. La ricerca, profondamente condivisa con gli artisti invitati, nel tentativo di trovare
l’opera di ognuno di loro che potesse essere messa in relazione con una di Manzoni, ha
comportato incontri e scambi, in cui non è stato proprio netto il ruolo dei curatori, poiché la
scelta è emersa dalla relazione con l’artista. Sapere come pensa e vede Manzoni chi fa il suo
stesso mestiere è oltremodo stimolante. Il risultato ha portato a una rosa di opere molto
diverse tra loro, per tecnica e significato, di cui circa una metà sono state create apposta per
questa occasione; testimonianza quindi della varietà di strade che Manzoni ha in qualche modo
percorso e precorso.
Accompagna la mostra un catalogo che contiene testi scritti appositamente da otto autori:
Luca Bochicchio, Daniela Ferrari, Flaminio Gualdoni, Gaspare Luigi Marcone,
Mirco Marino, Raffaella Perna, Marco Senaldi e Giorgio Verzotti. Un po’ per gioco e
un po’ per incrinare gli schemi usuali i sedici artisti sono stati abbinati agli autori con una
roulette, estraendo a sorte e lasciando quindi che fosse il fato a decidere. Infine un’ulteriore
sfida è stato il tentativo di creare una relazione armoniosa tra le opere e lo spazio che le
ospita, l’affascinante Museo della Stampa, luogo fortemente caratterizzato: torchi in ghisa,
matrici di pietre litografiche e casse tipografiche fanno da cornice al lavoro di Manzoni e degli
altri artisti contemporanei.
Mostra organizzata da Fondazione Piero Manzoni, Milano e Pro loco Soncino APS con il sostegno di:
Bes Hotel, Bonizzi srl, Fornaci Laterzi Danesi spa, Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, ITN snc di
Maccabelli e Scarpini, Liberty House, Micron srl, Azienda Oro Verde, 8volante srl, Prandelli F.lli srl, Vanoli Ferro spa,
Zuccotti Assicurazioni srl.
Relazioni (im)possibili. Il fil rouge da Piero Manzoni a oggi
25 giugno – 1 ottobre 2023
A cura di Demis Martinelli e Rosalia Pasqualino di Marineo
Inaugurazione: sabato 24 giugno, ore 17.30
Con le performance di Dario Buccino e Giovanni Morbin
MUSEO DELLA STAMPA
Centro Studi Stampatori Ebrei
Via Lanfranco, 6/8
Soncino (CR)
Orario: martedì-venerdì 10:00-12:30 (su prenotazione dalle 14:30-17:30)
sabato, domenica e festivi 10:00-12:30, 14:30-19:00
Email: info@museostampasoncino.it
Telefono: 0374.83171
Cellulare: 347.3824496
Ingresso: € 3,00
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa: Luisa Manzoni
Email: luisamanzonipressoffice@gmail.com
Cellulare: 339.7170206
MG Bellocchio
Maria Grazia Bellocchio, diplomata in pianoforte al conservatorio di Milano suona regolarmente per le maggiori istituzioni concertistiche italiane e straniere.
Come camerista ha suonato con molti interpreti, fra cui Salvatore Accardo, Rocco Filippini, Bruno Giuranna e Franco Petracchi (Accademia Stauffer di Cremona).
Nel 2011, in occasione delle celebrazioni per il Centocinquantenario dell’unità d’Italia,
ha ideato il progetto “Viaggio in Italia – Nuovo canzoniere popolare – 20 canzoni popolari trascritte da 20 compositori”, eseguito in prima assoluta al Maggio Musicale Fiorentino e replicato al festival Mito, Musica Insieme di Bologna e in diverse altre città italiane.
Il suo repertorio spazia da Bach ai giovani compositori contemporanei.
Collabora stabilmente con Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli regolarmente presente nei maggiori festival ed entrati nel 2012 a far parte del network europeo Ulysses, che riunisce 13 tra le maggiori istituzioni europee dedite a promuovere e diffondere la musica contemporanea.
Ha inciso CD per Ricordi e Stradivarius con opere di Bruno Maderna, Sandro Gorli, Franco Donatoni, Stefano Gervasoni, Federico Gardella, Stefano Bulfon, Marco Momi, Claudio Ambrosini, Ivan Fedele e Gyorgy Kurtág.
E’ docente di pianoforte al Conservatorio “G. Donizetti” di Bergamo.
Tiene regolarmente masterclass di pianoforte e di musica da camera per diverse istituzioni italiane.
P.MANZONI
Piero Manzoni nasce a Soncino nel 1933. Nel 1956 debutta a Soncino e poi al Premio di pittura San Fedele a Milano dove espone quadri con sagome antropomorfe e impronte di oggetti. Inizia la sua attività espositiva, firma manifesti con altri artisti e aderisce al Movimento Arte Nucleare.
Dal 1957-58 realizza i primi Achromes, in gesso e poi caolino, tela grinzata o a quadrati. Espone con Bonalumi e Castellani e collabora con artisti di diverse neoavanguardie europee. Nel 1 959 fonda con Castellani la galleria Azimut a Milano e la rivista "Azimuth". La galleria inaugura con la sua mostra "Linee". Realizza la serie dei Corpi d'aria e Fiato d'artista . Nel 1 960 si reca a Herning dove sperimenta materiali inconsueti. Continua a produrre Achromes in cotone idrofilo, polistirolo fosforescente e cloruro di cobalto e presenta a Milano l'evento Consumazione dell'arte/dinamica del pubblico/divorare l'arte, dove il pubblico mangia uova sode con la sua impronta digitale. Dal 1 961 produce nuovi Achromes (in fibra di vetro e sintetica, peluche, pane, paglia, carta da pacco, sassi, pallini di polistirolo) e inizia a firmare le persone rendendole Sculture viventi corredandole di un Certificato d'autenticità; realizza le Basi magiche e 90 scatolette di Merda d'artista. Torna a Herning nel 1 961 e presenta la Base del Mondo, un piedistallo capovolto a sostenere idealmente la Terra come opera d'arte. ln uno dei suoi ultimi testi scrive: "...Per la musica, nel '61 ho composto due "Afonie": l'afonia Herning (per orchestra e pubblico), l'afonia "Milano' (per cuore e fiato)." Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero.
Il 6 febbraio 1963 Piero Manzoni muore d'infarto nel suo studio a Milano
GIACINTO SCELSI
(La Spezia 1905 - Roma 1988)
L'uomo di una sola nota
Gli ambienti accademico-musicali italiani hanno decretato la totale eclisse nei confronti della musica di Giacinto Scelsi.
Il pensiero e l'azione di questo singolare musicista e pensatore dopo il quale '...l'intera storia musicale dal dopoguerra ad oggi andrebbe completamente riscritta '(Harry Halbreich), hanno incontrato negli anni ottanta una vasta eco e una rivalutazione della sua opera presso gli ambienti musicali.
Suite n.10 Ka (20’) 1954
SILVANO BUSSOTTI detto Sylvano
(Firenze 1931 – Milano 2021)
Compositore e artista italiano. Figura decisamente poliedrica, Bussotti è anche conosciuto come pittore, poeta, romanziere, regista teatrale e di film, attore, cantante, scenografo e costumista.
Musica per amici (6’) 1957
LUCIANO BERIO
(Imperia 1925 – Roma 2003)
Compositore italiano tra i più importanti dell'avanguardia europea, pioniere anche nel campo della musica elettronica.
È stato attivo anche in qualità di promotore della musica contemporanea ha continuato a lavorare, sia come direttore sia come compositore, fino agli ultimi giorni della sua vita. Nel 2000 diventò Presidente e Sovrintendente dell'Accademia Nazionale S. Cecilia di Roma;
Sequenza IV per pianoforte (12’) 1966
LUIGI DALLA PICCOLA
(Pisino 1904 – Firenze 1975)
Compositore e pianista italiano. Fu tra i primi in Italia ad approdare, sul finire degli anni trenta, alla dodecafonia. Le sue composizioni sono caratterizzate da intenso lirismo e da profondi contenuti spirituali e ideali.
Quaderno di Annalibera (15’) 1952
FESTA DI PRIMAVERA
La prima Vanoli Stradivari Cup, 250 atleti a Cremona scrivono il futuro della pallacanestro
Si è conclusa ieri la prima edizione della Vanoli Stradivari Cup, torneo internazionale che ha visto sfidarsi ragazzi provenienti dall’Italia e dall’Europa per una tre giorni di basket e tanto altro.
Bastano solo i 250 atleti coinvolti per capire la dimensione del torneo organizzato da Vanoli Basket dal 23 al 25 Aprile hanno reso Cremona una piccola "basket city" . Ma di numeri ce ne sono tantissimi altri dietro il successo di questo evento giovanile.
La Stradivari cup 2023 ha portato a Cremona 250 ragazzi, 38 allenatori, per un totale di 20 partite disputate in 72 ore di puro basket.
Le categorie impegnate al Padiglione 1 della fiera di Cremona, allestito per l’occasione con quattro campi regolamentari, sono state under 13 ed aquilotti; 16 le squadre, di cui 2 straniere (da Spagna e Grecia) che hanno alloggiato in 4 strutture ricettive della città.
Siamo molto contenti e stiamo già lavorando per una nuova edizione nella prossima primavera ed è in occasioni come questa che ci rendiamo conto di quanto lo sport sia in grado di eliminare qualsiasi barriera, in particolare quelle culturali, rappresentando così uno strumento importante per far crescere i ragazzi, dando loro la possibilità di confrontarsi con realtà diverse da quelle a cui sono abituati, incontrare modi di vivere la pallacanestro differenti ma anche vivere insieme a ragazzi di diverse culture.
Grazie a tutti voi! Senza il vostro contributo questo torneo non sarebbe stato possibile!
Nel 1961 Piero Manzoni (1933-1963) realizza 90 scatolette di Merda d’artista; dopo più di sessant’anni possiamo dire che Merda d’artista è una delle opere più famose e al tempo stesso meno comprese della storia dell’arte. Appena presentata, per la sua natura diviene bersaglio di polemiche al punto di essere oggetto nel 1971 di un paradossale dibattito al parlamento italiano; in seguito è citata in canzoni pop, nei programmi tv e nel discorso comune, ma anche imitata da artisti di tutto il mondo. Quasi sempre è elevata a esemplificazione dell’inconsistenza dell’arte contemporanea. Al contrario quest’opera, nella sua genesi e nelle sue dichiarate intenzioni, racchiude molteplici e sottili significati artistici e culturali, alcuni di essi, inaspettatamente, molto più “classici” di quel che si potrebbe pensare, a cominciare dal prezzo di vendita, fissato nel peso equivalente, trenta grammi, dell’oro zecchino.
Per iniziare le celebrazioni soncinesi dei sessant’anni dalla morte e novanta dalla nascita, la Fondazione Piero Manzoni assieme alla Pro Loco Soncino ha organizzato due appuntamenti: una conversazione con i quattro autori del libro in quattro lingue: Merda d’artista, Künstlerscheisse, Merde d’artiste, Artist’s shit (Carlo Cambi Editore, 2021), i quali racconteranno storie e leggende sulla famigerata scatoletta, oltre a fornire interessanti spunti interpretativi. Inoltre una piccola mostra al Museo della Stampa, oltre a presentare “dal vivo” uno dei 90 multipli, raccoglierà documentazione bibliografica sull’opera, assieme ad alcune immagini, per lo più inedite, dell’artista proprio a Soncino.
Rosalia Pasqualino di Marineo, direttrice / Director
Fondazione Piero Manzoni
Via Angelo Del Bon, 1
20158 MILANO
tel. +39 02 49437786
fondazionepieromanzoni@gmail.com
www.pieromanzoni.org
www.merdadartista.org
lunedì-venerdì 10.00-19.00 su appuntamento
Monday-Friday 10.00 am-7.00 pm by appointment
AZIONE CATTOLICA DI ORZINUOVI Proposta per due viaggi culturali in Israele nel mese di Luglio 2023 Nel mese di luglio 2023 vogliamo riproporre, dopo la bella e profonda esperienza del 2022, due viaggi culturali (storia, religione, tecnologia, scienza, arte, archeologia, ecc…) in Israele seguendo l’intuizione originaria che ci ha guidato lo scorso anno: per parlare di un paese e discuterne, bisogna, almeno, averlo vissuto in qualche modo. Ecco perché la scelta, quest’anno, di proporre due esperienze distinte. Può sembrare strano iniziare ora a pensarci, ma a livello organizzativo è già tardi. La prima esperienza di viaggio è rivolta principalmente a chi non ha mai visitato Israele: ecco perché il viaggio cerca di dare una comprensione ‘quasi completa’ della realtà israeliana. La seconda esperienza di viaggio è, invece, rivolta a chi già ha fatto una prima esperienza della realtà Israeliana. Infatti prevede un approfondimento di realtà già visitate e di aspetti sconosciuti al grande pubblico che va tendenzialmente solo in pellegrinaggio. Questi i motivi della duplice possibilità di viaggio. Sottolineiamo che chiunque può partecipare all’uno o all’altro viaggio indipendentemente da quanto espresso sopra. Di seguito trovate le date con il programma di massima, i costi. La guida sarà ancora Angela Polacco Lazar, che già molti conoscono e di cui sono stati ‘incantati’ nel viaggio dello scorso anno. È necessario avere il passaporto valido: (se, ad esempio, devi recarti in un paese che richiede un passaporto con validità residua di almeno 6 mesi significa che il tuo documento deve avere una scadenza di 6 mesi dopo la fine del tuo viaggio: Israele lo richiede). Chi non fosse in possesso del passaporto si attivi velocemente per farlo perché i tempi sono lunghi. PROPOSTE Primo itinerario: DAL 2 AL 9 LUGLIO 2023 “Israele tra passato e futuro” 2-7 D Arrivo e sistemazione in Hotel Giaffa by night Cena e Pernottamento a Tel Aviv 3-7 L Breve giro di Tel Aviv Costa Mediterranea : visite di Cesarea e Acco Cena e pernottamento kibbutz Nord/Lago di Tiberiade 4-7 M Luoghi santi al Cristianesimo : Cafarnao e Beatitudini Rive del Giordano a Qaser El Yahud Kibbutz Qalia x relax, cena e pernottamento 5-7 M Massada e Mar Morto Attraversamento del Negev Kibbutz Mashabim Cena e pernottamento Kibbutz 6-7 G Sde Boker- Tomba di Ben Gurion Avdat -Città’ Nabatea Kanyon di Ein Avdat Gerusalemme-Monte degli Ulivi Cena e pernottamento a Gerusalemme 7-7 V Herodyon Yad Vashem Quartieri fuori dalle mura Cena e pernottamento a Gerusalemme 8-7 S Città vecchia con Muro Occidentale e Santo Sepolcro Betlemme Spettacolo Suoni&Luci sulle mura di Gerusalemme Cena e pernottamento a Gerusalemme 9-7 D Spianata delle Moschee Israel Museum Rientro in Italia Attualmente (tutto dipende anche dal cambio €/$) Costo: € 1185 in camera doppia in HB Volo: 600,00 euro: Milano-Tel Aviv A/R voli di linea e non Low Cost.
Secondo Itinerario: DAL 10 AL 17 LUGLIO “Israele, Da Gerusalemme al deserto” 10-7 L Arrivo e sistemazione a Gerusalemme Gerusalemme i punti di osservazione: Monte degli Ulivi, Palazzo del Governatore, Talpiot, Yemin Moshe’, (Quartiere Montefiore) Cena e pernottamento a Gerusalemme 11-7 M Spianata delle Moschee Città’ di David Scavi del Tempio (Ofel) Centro città’ con il mercato: tempo a disposizione x street food German Colony Cena e pernottamento a Gerusalemme 12-7 M Deserto della Giudea: Vista del Monastero di San Giorgio,Locanda del Buon Saritano con il Museo dei mosaici , Nebi Musa maqam -Tomba di Mose’ per i musulmani- Qumran, luogo del ritrovamento dei Rotoli Del Mar Morto, Kibbutz Qalia Cena e pernottamento 13-7 G Bagno al Mar Morto zona Ein Bokek Valle della Arava’ - Dune di Samar kibbutz Qetura’- visita dei progetti ecologici e di ecosostenibilità Cena e pernottamento a Qetura’ 14-7 V Arrivo a Eilat, breve giro della città’ Passaggio confine con la Giordania Cena e pernottamento a Petra 15-7 S Giornata interamente dedicata a Petra Cena e pernottamento a Petra 16-7 D Rientro in Israele Bagno nel Mar Rosso nella riserva dei Coralli Attraversamento del deserto roccioso del Negev Mizpe’ Ramon Cena e pernottamento a Mizpe’ Ramon 17-7 Breve giro del Cratere Trasferimento in aereoporto per rientro in Italia Attualmente (tutto dipende anche dal cambio €/$) Costo: € 1185 in camera doppia in HB Volo: 605,00 euro: Milano-Tel Aviv A/R voli di linea e non Low Cost TERMINE ULTIMO PER ADERIRE È IL 30 GENNAIO 2023. DOPO TALE DATA SI VALUTERANNO LE RICHIESTE IN BASE ALLA DISPONIBILITÀ, MOLTO LIMITATA. I VIAGGI SI SVOLGERANNO SOLAMENTE AL RAGGIUNGIMENTO DI 40 PARTECIPANTI, ALTRIMENTI I PREZZI SALIREBBERO ULTERIORMENTE. Queste sono le informazioni generali. Per informazioni approfondite e ulteriori indicazioni scrivete o telefonate al Prof. Francesco Capretti, resposanbile dei viaggi AC. (Cell. 3387475182, Email: francescocapretti@icloud.com). Grazie per la fiducia e buon anno a tutti. AZIONE CATTOLICA DI ORZINUOVI-BRESCI
In ottemperanza alle direttive in merito al contenimento del contagio da COVID-19 non saranno distribuite mappe cartacee o brochure, ma potrete scaricare i materiali necessari alla visita sul vostro cellulare tramite QR Code o direttamente da qui.
Mercatini di Natale
Roberto Denti e Marisa Fanconi presentano il libro Vacenze Bresciane itinerari per tutto l'anno fra arte, natura, sport e bellezza.
23 OTTOBRE 2022
A SONCINO SCENDE IN PIAZZA UN’ECCELLENZA GASTRONOMICA DEL TERRITORIO: “LA RADICE AMARA DI SONCINO”
Domenica 23 ottobre a Soncino si svolgerà la 56esima Sagra delle Radici.
Protagonista assoluta una delle eccellenze gastronomiche del territorio: la Radice Amara.
A partire dalle 10 si potrà passeggiare tra gli stand espositivi che propongono prodotti della terra, enogastronomici, artigianali e commerciali; si potranno ammirare le opere di pittori e artisti e saranno allestiti stand per la promozione delle attività delle associazioni culturali, di volontariato e delle scuole.
In Piazza Garibaldi ci sarà il punto ristoro, allestito dall’Associazione Pro loco, in cui verranno serviti piatti di radici, salamelle, patatine fritte, trippa, mostarda di Cremona e torrone.
Alcuni volontari, con un costume tradizionale, prepareranno piccoli assaggi di radici da offrire ai visitatori.
Consigliata la prenotazione, per evitare lunghe attese, al numero 0374/84883 o via mail a info@prolocosoncino.it che deve pervenire entro Venerdì 21 Ottobre ore 20,00.
Quest’anno saranno presenti delegati dell’Unione Nazionale delle Pro loco Italiane, la manifestazione, infatti, potrebbe ottenere l’ambito marchio di “Sagra di qualità”.
La Sagra delle Radici, inoltre, è un'occasione per visitare Soncino, cittadina annoverata tra i Borghi più belli d’Italia.
Particolare attenzione sarà prestata a tutte le misure di sicurezza.
Per informazioni:
Tel. 0374.84883
Si apre Sabato 3 settembre presso il Museo della Stampa Centro Studi Stampatori Ebrei di Soncino - una interessantissima esposizione artistica di opere di Adriana Pullio che sarà possibile visitare fino al 25 settembre 2022.
La mostra “Le narrazioni geometriche” Opere di Adriana Pullio è curata dal critico Andrea Barretta di Brescia.
Adriana nasce a Luino (VA) nel 1943, si trasferisce nel 1953, con la famiglia a Milano, dove consegue il diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Insegna disegno e storia dell’arte per oltre trentacinque anni.
Vive l’ambiente culturale e artistico dei Navigli negli anni sessanta e settanta frequentando tutti gli artisti che in quegli anni avevano la loro base a Milano fucina di idee che segneranno gli anni successivi.
Ha vissuto la diatriba tra astrattismo e realismo figurativo in contrasto con l’informale e l’astrattismo geometrico.
La mostra si compone di una cinquantina di opere, alcune stampe addirittura realizzate dall’artista agli inizi della carriera quando era ancora studentessa e dipinti gli ultimi realizzati nel 2022.
Scrive il critico Andrea Barretta:
L’arte è cominciata così, con un segnale o impronta sul terreno, oppure con una linea tracciata sulla parete di una grotta. Abbozzata, schizzata, tratteggiata, tanto che questo già prefigurava un pensiero ideale come atto creativo. Sicure, le sue, quelle di Adriana Pullio, in una sorta di oggettivismo minimalista con valenze ermetiche di delicati lavori dalle inaspettate alchimie. E descrive continue geometrie nell’astrarre invenzioni. Semplicemente linee … eppure danno il respiro dell’arte a scandire cultura, “a suggerire impianti narrativi - scrive il critico d’arte Andrea Barretta - come vasi comunicanti che rimarcano ambienti designati da un’artista che ha sempre avuto ben chiara una meta nella fedeltà a un astrattismo del limite tra ciò che vediamo e sentiamo e ciò che riusciamo a immaginare”.
Adriana Pullio ama i colori. È palpabile. E li accosta uno all’altro tra rossi e blu o verdi e aranci, per vederli assieme tra campiture geometriche e linee in tagli cromatici che si fanno epidermide. E usa la linea. Altrettanto evidente. Ora minuta ora a delineare lo spazio di un quadrato o di un rettangolo, ora centrale, ora a fare da prospettiva in un rimando ad altre sequenze che si succedono una all’altra. Che sono confini cui giungere per esplorare l’oltre, quasi fessure come orizzonti cui guardare nel limite che non è mai barriera ma estremità come demarcazione. E poi la luminosità tra addossamenti nitidi, come manifestazione del racchiuso di tele in allungamenti spaziali d’insiemi accordati come in uno spartito.
L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 25 settembre 2022 secondo gli orari del Museo della Stampa: dal Martedì al Venerdì dalle ore 10,00 alle ore 12,30, Sabato Domenica e Festivi dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18,00; nei giorni feriali è possibile, su prenotazione, la visita anche il pomeriggio dalle 14,30 alle 17,30 telefonando allo 0374 83171 o scrivendo a: info@museostampasoncino.it.
MUSEO STAMPA SONCINO
Giuseppe Cavalli
61° Premio di Pittura Francesco Galantino
Soncino (CR), Piazza del Comune - Domenica 11 Settembre 2022
Domenica 11 Settembre 2022 a Soncino si svolgerà il 61° Premio di Pittura Francesco Galantino.
Come da tradizione la manifestazione si svolge la seconda domenica di settembre, in occasione della Sagra del Paese.
Il premio di Pittura ha una lunga storia, venne organizzato per la prima volta intorno agli anni sessanta dal Prof. Enea Ferrari e dalla Scuola di Disegno da lui diretta.
Allora erano numerosi i pittori partecipanti, tra i quali molti allievi della stessa Scuola, che, in occasione della Sagra, aderivano al concorso. Alla scomparsa del Prof. Enea la Pro Loco la inserì, a partire dal 1968, fra le attività legate al "Settembre a Soncino".
Il premio è dedicato a Francesco Galantino, storico locale che fu anche un buon pittore.
Il tema del concorso è “Soncino: i Paesaggi, i Monumenti ed i suoi Personaggi Storici”.
L’evento mira a promuovere la cultura e le tradizioni legate ai luoghi, all’architettura ed ai personaggi che hanno fatto la storia della città di Soncino.
Al concorso possono cimentarsi tutti gli artisti, da quelli già affermati ai semplici dilettanti, senza limiti di età, che si ispireranno alle bellezze naturali, agli angoli più suggestivi, alle Ville ed alle strade della città, seguendo interpretazioni e sensazioni strettamente personali.
Ogni artista può partecipare al premio con un’opera pittorica in piena libertà stilistica e tecnica e su qualsiasi supporto. Le opere dovranno essere di formato non inferiore a cm 50x40 ed incorniciate.
Per poter partecipare le tele (o qualsiasi materiale che i partecipanti intendano impiegare) dovranno essere timbrate presso la sede dell’Associazione Pro loco, in Via Della Stampa, 4 (nello stesso immobile dove ha sede il Museo della Stampa).- Martedì, Mercoledì e Venerdì dalle 9,30 alle 12,30-Giovedì 9,30-12,30 e 14,30-19,00-Sabato 9,30-12,30 e 14,30-19,00-Domenica 8,00-12,00.
Ogni pittore avrà diritto alla timbratura di 2 tele (una sola obbligatoriamente in concorso).
Il termine per la consegna delle opere è fissato tassativamente entro le ore 16.00 di Domenica 11 Settembre, presso la Piazza del Comune.
Dopo la consegna, le opere ammesse all’esposizione saranno valutate da una Giuria che emetterà un giudizio insindacabile.
La proclamazione dei vincitori e la relativa premiazione avranno luogo lo stesso giorno al termine dei lavori della Giuria.
Il montepremi del concorso è suddiviso in cinque fasce: primo premio 600 €, secondo premio 400 €, terzo premio in palio 350 €, quarto classificato 300 €, quinto premio 200 €.
Ormai da consuetudine, verrà allestita, sempre nella Piazza del Comune, una mostra di quadri dal tirolo"Nuova Alba"realizzati da Giulio Gandolfo e Strinati Lucia , in collaborazione con gli ospiti della Fondazione Soncino Onlus.
La mostra andrà ad arricchire questa 61° edizione del Premio di Pittura Francesco Galantino e vuole essere un’esortazione ad andare al di là delle apparenze e toccare con mano le cose e le persone senza paura di incontrare e di confrontarsi con le diversità.
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In caso di maltempo tutta la manifestazione si sposterà presso le sale dell’Ex Filanda Meroni, in via Carlo Cattaneo, 1.
Per informazioni circa il regolamento e gli orari della timbratura tele:
Pro loco Soncino APS, via Della Stampa 4 – 26029 Soncino (CR)
Tel. 0374/84883
www.prolocosoncino.it
info@prolocosoncino.it
Il Presidente
Pervinca Pedrini
ASSOCIAZIONE ITALIANA EX LIBRIS
"L'A.I.E.L., NATA NEL 1986 SENZA SCOPO DI LUCRO HA LO SCOPO DI PROMUOVERE E SVILUPPARE LA DIFFUSIONE DELL'EX LIBRIS, OVVERO UN’ETICHETTA PERSONALIZZATA CON UN DISEGNO NON NECESSARIAMENTE ARTISTICO E CHE PORTA INCISO IL NOME E IL COGNOME DEL TITOLARE DI UNA RACCOLTA DI LIBRI.
L’ASSOCIAZIONE PROMUOVE L’EX LIBRIS NELLE SUE DIVERSE TECNICHE INCISORIE E DELLA PICCOLA GRAFICA, MEDIANTE L'ESERCIZIO DI ATTIVITÀ CULTURALI ED ARTISTICHE E DELLA PUBBLICAZIONE E DIFFUSIONE DELLA RIVISTA "L'EX LIBRIS ITALIANO".
NEL TEMPO LA CONCEZIONE DELL'EX LIBRIS SI È MODIFICATA. OGGI ALLA FUNZIONE ORIGINARIA DI CONTRASSEGNO DI PROPRIETÀ LIBRARIA SI È SOSTITUITA QUELLA DI “PICCOLA GRAFICA D'ARTE DEDICATA”,
L’ASSOCIAZIONE FRA LE ALTRE INNUMEREVOLI MANIFESTAZIONI HA PARTECIPATO AL MEMORIALE DEL SETTECENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI DANTE ALIGHIERI NEL 2021 NEL COMUNE DI BODIO LOMNAGO
SI TRATTA DI UNA MOSTRA DI artisti nazionali ed esteri che hanno partecipato AL CONCORSO INTERNAZIONALE DI EX LIBRIS ORGANIZZATO NEL CORSO DEL 2021 DALLA ASSOCIAZIONE ITAIANA EX LIBRIS E DALLA BIBLIOTECA COMUNALE DI BODIO LOMNAGO (VA), CON IL PATROCINIO DI REGIONE LOMBARDIA, PROVINCIA DI VARESE E FONDAZIONE COMUNITARIA DEL VARESOTTO.
LA MOSTRA E' STATA INSERITA NELL'ELENCO UFFICIALE DELLE CELEBRAZIONI DANTESCHE REDATTO DAL COMITATO "DANTE 2021", ISTITUITO PRESSO IL MINISTERO DELLA CULTURA.
IL CONCORSO ERA APERTO AD ARTISTI AFFERMATI ITALIANI E STRANIERI, OLTRE CHE AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE ED ALLE ACCADEMIE D'ARTE DI TUTTO IL MONDO. LE OPERE ESPOSTE SONO STATE TUTTE REALIZZATE CON LE TECNICHE CLASSICHE DELL'INCISIONE (CALCOGRAFIA, XILOGRAFIA E LITOGRAFIA). IL CORPO DELLA MOSTRA SI COMPONE DI OLTRE 120 GRAFICHE, RIPRODOTTE IN ALTA QUALITA’.
LA MOSTRA E’ STATA INAUGURATA UFFICIALEMNTE LO SCORSO MESE DI OTTOBRE NELLA CORNICE DEL GRAND HOTEL PALACE DI VARESE, DURANTE IL MEETING BIENNALE DELL’EX LIBRIS, E SUCCESSIVAMENTE ESPOSTA IN DIVERSE LOCALITA’ PRESTIGIOSE IN ITALIA E IN EUROPA (GAETA, FREDERIKSHAVN, VELIKO TARNOVO, VARNA) E IN AUTUNNO SARA’ VISITABILE PRIMA A BURGAS E SUCCESSIVAMENTE A PALERMO, PRIMA DI CONCLUDERE IL TOUR A SINT NIKLAAS AL MUSEO EUROPEO DEL’EX LIBRIS.
E’ CON GRANDE SODDISFAZIONE CHE RIUSCIAMO AD ESPORRE QUESTA SERIE DI 88 OPERE NELLE SALE DEL MUSEO DELLA STAMPA DI SONCINO E PER QUESTO DEVO RINGRAZIARE IL SEGR. DELL’ASSOCIAZIONE DR. MARCO FRANZETTI E LA PRESIDENTE DR.SSA ANTONELLA MENSI
GIUSEPPE CAVALLI
Sabato 25 giugno presso il Museo della Stampa di Soncino alle ore 18,00 verrà inaugurata la mostra di Silvana Lunetta: “Incidere l’informale”, con presentazione del critico d’arte Andrea Baretta.
Silvana Lunetta nasce nel 1946 a Caltanissetta. Si trasferisce a Brescia nel 2012.
Docente del secondario, ha promosso l’arte terapia per i ragazzi diversamente abili.
Ha seguito corsi di incisione presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia, con Riccardo Licata e corsi di ceramica a Firenze e a Faenza, dove ha approfondito la tecnica del Raku.
Inizia la sua attività espositiva nel 1975 a Caltanissetta. Ha tenuto numerose collettive e personali in Italia e all’estero. Nel 2003 ha ricevuto il premio “Fiori di Sicilia”.
Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.
Nel 2013, ha ricevuto dalla Fondazione Civiltà Bresciana il premio Giannetto Valzelli per l’Arte.
Scrive il critico d’arte Andrea Baretta:
Una mostra retrospettiva che riprende una delle tappe principali della sua lunga esperienza artistica: il disegno e l’incisione. Un percorso intrapreso negli anni Settanta del Novecento attraverso lo studio dell’arte arrivando a risultati, nella pittura, che a loro volta hanno condotto a un linguaggio espressivo nuovo, quale metafora di una ricerca esistenziale. Anziché l’immagine ecco allora la forza ideativa e culturale che vede la migrazione verso diversità di definizioni su tracce a volte enigmatiche, tra segni in grado di evocare pulsioni che danno la stura a un’altra rappresentazione autonoma seppur riconducibile all’informale.
Silvana Lunetta ha inciso l’intreccio dell’essere e dell’agire che incontrano l’inconscio - in quell’art informel definita dal critico francese Tapié - in risultati fissati su lastre e fogli di carta che dal torchio divengono palcoscenico che ci fa quasi vedere l’artista all’opera. “Sono magma di energie primordiali, in un neospazialismo – scrive il critico d’arte Andrea Barretta - che alla natura fa riferimento, tra rocce e tronchi d’alberi, che Lunetta suscita in una visione di superfici che si perdono nella profondità percettibile non concettuale di un’arte pragmatica, a riprodurre sensazioni e paesaggi della sua Sicilia nei primordiali segni all’acquaforte e puntasecca o in alcuni disegni a china”.
La sua prima esposizione risale al 1975, cui seguirà proprio la pratica con la calcografia alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia (dove esporrà nel 1992) con i maestri Riccardo Licata e Nicola Sene. Mentre oggi sta in una sperimentazione continua, e va per una sua strada in rapporto all’arte, non provocatoria per attirare attenzione ma sostanza creativa per esprimersi in modo personale nell’evocare la semplicità di un’armonia che caratterizza un cantico all’indefinito … e si nutre di significante estetico.
Per informazioni:
Pro loco Soncino - APS Via Della Stampa, 4 – 26029 Soncino (CR) Tel. 0374/84883
Museo della Stampa - Centro Studi Stampatori Ebrei Soncino, Via Lanfranco 6/8 –
26029 Soncino (CR) Tel. 0374 83171 facebook @museostampasoncino
www.museostampasoncino.it – info@museostampasoncino.it
MATTEO SALVATTI
Nasce a Orzinuovi nel 1982.
Maturità scientifica e laurea in storia dell’arte (110/110) e in storia delle religioni (110/110). Vive in Franciacorta. Vincitore di premi letterari nazionali, è editore e fondatore della casa editrice Omnia, giornalista, direttore di testate giornalistiche e fin da giovanissimo ha collaborato con riviste nazionali: da Donna Moderna al mensile di Famiglia Cristiana Jesus, al Timone. E’ autore di libri presentati e recensiti in tutta Italia. L’ultimo, di poche settimane fa, con Sugarco: “Ci tenevo a precisare”. I suoi aforismi sono stati inseriti dal “Corriere della Sera” nella rubrica degli autori più rappresentativi del ‘900.
COMUNICATO STAMPA
Mostra itinerante “Il SEgno”
Si apre il 28 Maggio - presso il Museo della Stampa Centro Studi Stampatori Ebrei di Soncino - una interessante esposizione artistica con una sessantina di opere di Luisella Dell’Acqua, che sarà possibile visitare fino al 19 giugno 2022.
La mostra itinerante “Il SEgno. Opere di Luisella Dell’Acqua”, curata da Claudia Corti, Angelo Piazzoli e Tarcisio Tironi era stata esposta dal 22 maggio al 13 giugno 2021 presso il MACS - Museo d’Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia, in collaborazione con Fondazione Credito Bergamasco.
Fondazione Creberg da oltre dieci anni ha ideato e realizzato un articolato progetto culturale che ha come obiettivo la sensibilizzazione del pubblico, attraverso esposizioni artistiche itineranti che approfondiscono tematiche profonde riguardanti la persona umana e l’ambiente circostante, collaborando con artisti contemporanei ai quali offre opportunità espositive in una logica di integrazione e valorizzazione a fini culturali.
Come aveva spiegato Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Creberg, “nelle suggestive incisioni di Luisella Dell’Acqua troviamo un profondo percorso umano, artistico, spirituale che – partendo dall’analisi del sé – vede nel “segno” non un limite o un confine, ma un’apertura. Esso rappresenta infatti il punto di partenza di un itinerario, suddiviso in sezioni, che apre all’Altro (l’Uomo, con la sua Identità e con il richiamo al valore della Memoria), alla spiritualità (la Croce), al Mondo e ai Luoghi (le Mappe), alla Natura (il Leone), all’Operare (il Libro d’Artista), in una sorta di moderna declinazione dell’“Ora et labora”. Il “segno” diviene dunque “SEgno”, riflessione sul sé – che si manifesta e si apre all’alterità – immediatamente percepibile attraverso il linguaggio universale dell’arte."
Luisella Dell’Acqua è artista milanese, formatasi presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano; ha sperimentato le tecniche incisorie presso gli Ateliers della Bottega del Tintoretto di Venezia, della Fondazione Federica Galli e dello stampatore varesino Roberto Giudici, frequentando i corsi della Fondazione Il Bisonte di Firenze (Centro Internazionale per lo Studio dell’Arte Grafica) e approfondendo la tecnica Hayter con Hector Saunier.
La mostra si compone di una sessantina di opere, realizzate dall’artista tra il 2013 e il 2020, tutte con la tecnica dell’incisione, tanto antica e importante quanto poco conosciuta, come spiega Claudia Corti, storica dell’arte: “Tra il momento in cui si accende la scintilla dell’ideazione e l’istante in cui la lastra emerge dai rulli del torchio, passa del tempo, a volte giorni, se non intere settimane; è un tempo lunghissimo in cui l’artista ha un rapporto fisico con la lastra, paragonabile forse solo a quello tra lo scultore e la materia plastica: la scalfisce, la graffia, la “morde” con l’acido, la carezza con l’inchiostro... È proprio questo aspetto che troppo spesso sfugge al pubblico, abituato a concepire come opera d’arte il solo prodotto finale, tela o scultura che sia, su cui l’artista ha lasciato il suo segno in maniera diretta e concreta; si fa fatica a comprendere come, nell’universo dell’incisione, il momento creativo non risiede nella stampa finale, bensì nella preparazione della matrice che viene scavata in più tempi, nessuno dei quali uguale al precedente; sì, perché ad ogni graffio sulla matrice corrisponde un graffio alla propria coscienza di artista.”
Conclude Giuseppe Cavalli, Responsabile del Museo della Stampa: “Molto spesso ci si dimentica che le incisioni sono la prima forma di arte dell’uomo: basti pensare alle incisioni rupestri che possiamo ammirare vicino a noi, in Val Camonica.
Dopo averla riscoperta nel Rinascimento, molti tra i più grandi artisti si sono cimentati nell’incisione nelle sue varie forme, i “Maestri” della fine del 1400 come Dürer, Correggio, Parmigianino e anche Botticelli si dedicò all’incisione, gliene furono infatti commissionate una trentina per illustrare la Divina Commedia; nel 1600 Rembrandt e Van Dyck il Canaletto alla fine del 1600.
Nella Parigi degli anni ’30 nascono gli “esperimenti” di Hayter, ideatore di un metodo di incisione particolare, a colori, che vedremo applicato in alcune delle opere esposte, ma anche le grafiche dei protagonisti dell'arte della fine degli anni ’50 e 60 fra Burri e Lucio Fontana.
Ringrazio Luisella per aver scelto anche il nostro Museo, come tappa nel viaggio intrapreso per far conoscere la sua arte, la sua voglia di scatenare emozioni e sensibilità. Fermandosi ad ammirare le sue opere si dimentica la vita frenetica che ci opprime e si torna a sognare”.
L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 19 giugno 2022 secondo gli orari del Museo della Stampa: dal Martedì al Venerdì dalle ore 10,00 alle ore 12,30, Sabato Domenica e Festivi dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18,00; nei giorni feriali è possibile, su prenotazione, la visita anche il pomeriggio dalle 14,30 alle 17,30 telefonando allo 0374 83171 o scrivendo a: info@museostampasoncino.it.
Con il contributo di Fondazione Credito Bergamasco.
L’esposizione è inserita nell’ambito delle numerose iniziative dell’accademia LABA di Brescia.
In questa mostra, gli studenti dell’accademia LABA di Brescia, coordinati dai loro professori presentano elaborati prodotti nelle cattedre di pittura, architettura d’interni e design della decorazione, illustrazione e incisione. Sono esposti disegni, incisioni, monotipi, libri d’artista, oggetti e sculture, prodotti durante gli ultimi anni accademici. La mostra, in programma nel 2020, è dovuta restare in sospeso causa pandemia ma ora può concretizzarsi esponendo una serie di opere che rappresentano varie tipologie tecniche ed espressive. Tutto questo e teso, non solo a mostrare il lavoro intenso e proficuo svolto dagli studenti e dall’accademia stessa, ma a cercare un dialogo con i fruitori della mostra che troveranno esposte opere di varie e complesse tecniche e di molteplici poetiche. Il dialogo con le nuove generazioni di creativi che si formano in questi luoghi istituzionali è di fondamentale importanza per le società aperte, nelle quali troviamo il fondamento umano e culturale delle nostre comunità.
Autori:
Nikolina Adamovic, Sarah B., Luna Belotti, Elisa Bertocchi, Alessia Busnardo, Laura Cantarelli, Emma Forcella, Laura Monai, Agnese Oprandi, Mara Pascarella, Luca Passeri, Gabriele Poli, Eliana Renzi, Ilaria Roselli, Giulia Russo, Maria Fatima Taglialatela, Marta Tessaroli, Sara Vermi. Partecipano con un lavoro collettivo le classi A1, B1, C1 del corso di progettazione degli interni e della decorazione.
Napoleone tra storia e Memorie archivistiche
Mostra a cura di Ilaria Fiori
Con un titolo che rende omaggio allo scrittore statunitense Richard David Bach, la mostra NESSUN LUOGO È LONTANO è un viaggio e una selezione di opere d’arte promossa dall’Associazione Culturale Daphne e dal Curatore newyorchese Paul Cabezas. La mostra coinvolge artisti visivi che hanno contribuito alla realizzazione dell’esperienza. Le opere, in formato cartolina ad evocare il ricordo di un viaggio, attraverso un linguaggio sospeso tra la classicità delle tecniche di stampa artistica e un linguaggio contemporaneo, hanno come prerogativa l’utilizzo del segno, della pittura e del collage. Il progetto della mostra è rimasto fermo per mesi, in attesa del momento giusto per partire. Per arrivare a destinazione, l’arte diventa così passeggera nei cuori dei viaggiatori, gli artisti che, provenienti da varie città d’Italia, Austria, Costa Rica e Germania, comprendono a pieno il motivo del viaggio, il senso del verbo andare. L’anima del viaggiatore viene portata alla sua vera destinazione: capire che nessun luogo è lontano. La nostra Associazione si distingue per i suoi progetti internazionali che hanno l’obiettivo di promuovere il riconoscimento delle diversità culturali, incoraggiando contatti e scambi tra nazioni, popoli, culture e religioni diverse. Per questo, “Nessun luogo è lontano” non è solo il titolo di questa mostra ma un doveroso pensiero di solidarietà e profonda vicinanza al popolo Ucraino che in questo momento sta soffrendo, ribadendo il nostro rifiuto alla guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e a tutte le forme di violenza verso ogni forma di vita. Inoltre il recente periodo dominato dalla pandemia ci ha improvvisamente isolato e bloccato nelle nostre case, ci ha costretto a riflettere sul modo in cui abbiamo vissuto fino ad ora ed a mettere in discussione anche quello che per noi erano punti fermi. Ecco una grande occasione che ci permette di renderci conto della diversa dimensione e potenza dell’arte, che può viaggiare non solo nelle tre dimensioni dello spazio ma anche in un tempo multidirezionale, mettendo in comunicazione persone e mondi diversi ed apparentemente lontani sia nello spazio che nel tempo, scoprendo inedite somiglianze e sintonie
GIORNATE FAI DI PRIMAVERA 2022
Sabato 26 e domenica 27 marzo 2022
Con Patrocinio di Provincia di Cremona, Comune di Soncino, Parco dell’Oglio Nord
Associazione Pro Loco di Soncino, Lions Club Soncino
Aperture a cura della Delegazione FAI di Crema
Programma e prenotazioni online su www.giornatefai.it
SABATO 26 E DOMENICA 27 MARZO 2022 A SONCINO (CR)
Con apertura dei seguenti siti
1. Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Via Francesco Galantino, 64, Soncino (CR)
Sabato 26 e domenica 27 marzo
ore 10:00-13:00 e 14:00-18:00
Alle ore 16 di domenica 27 marzo intervento speciale a cura del professor Mario Marubbi
Conservatore della Pinacoteca Ala Ponzone di Cremona
Prenotazioni in www.giornatefai.it
2. Chiesa ed ex convento domenicano di San Giacomo
Ingresso partecipanti esclusivamente presso
Piazza della Pieve, 4, Soncino (CR)
Sabato 26 e domenica 27 marzo
ore 10:00-13:00 e 14:00-17:30
Prenotazioni in www.giornatefai.it
3. Chiesa ed ex convento di San Paolo e Santa Caterina
e itinerario tra i mulini e gli impianti idraulici di Soncino
Ingresso e registrazione partecipanti esclusivamente presso
Via Borgo Sera, 49, Soncino (CR)
Sabato 26 e domenica 27 marzo
ore 10:00-13:00 e 14:00-18:00
Prenotazioni in www.giornatefai.it
4. Villa e giardino Cerioli
Via Bergamo (SS 498), 9 (Borgo San Martino), Soncino (CR)
Sabato 26 e domenica 27 marzo
ore 10:00-13:00 e 14:00-18:00
Prenotazioni in www.giornatefai.it
Obbligo Green Pass rafforzato e mascherina FFP2
Al Museo della Stampa di Soncino, provincia di Cremona, da 12 al 27 marzo 2022 sarà visitabile la mostra personale dell’artista Fernando Galassi. Segni e Colore.
Vengono esposte opere che raffigurano un’emozione intima del pittore, resa con sintonia armonica, come musica misteriosa. Colori e segni gestuali, che si sovrammettono su piani diversi a formare intrecci inesplicabili, come scribbles che si sommano.
Aggregazioni cromatico-segniche che confondono gli archetipi in una frammentazione non oggettiva, con perdita di realismo, una destrutturazione, una vera decostruzione segreta di tracce di memoria indelebile; forme astratte mentali, quasi illusione.
Per Galassi, infatti, “Creare significa poter sognare, sognare significa poter creare”, ed inoltre, “Poesia è un colore, poesia è un pensiero”.
La Vita e le Mostre
Fernando Galassi si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Firenze ed ivi ha conseguito la specializzazione in Oculistica.
Dalla fine degli anni Sessanta, si è dedicato anche all’arte contemporanea e classica, così come all’arte africana ed alla fotografia. Ha eseguito molte opere su carta e su tela, con soggetti dal figurativo all’astratto. Negli anni Settanta è stato ospitato per una personale di grafica presso la galleria AxA di Firenze.
Ha esposto recentemente le proprie opere in alcune importanti mostre personali:
-Biblioteca Civica, Palazzo Pretorio, presentazione di Luigi Paolo Finizio, Comune di Barberino di Mugello, 2014;
-Villa Vogel, Villa Strozzi, Comune di Firenze, presentazione di Luciano Lepri, 2014;
-Archivio di Stato Pistoia e Pescia, Biblioteca Fabroniana, Pistoia, presentazione di Sandra Marsini e Anna Agostini, 2015;
-Archivio di Stato di Pistoia e Pescia, Pescia, 2015;
-Palazzo della Corgna, presentazione di Luciano Lepri, Comune di Castiglione del Lago, Perugia, 2015;
-Palazzo Comunale di Casole d’Elsa, 2015;
-Biblioteca Civica Villa Amoretti, Comune di Torino, presentazione di Giancarlo Bassotti, 2015;
-Biblioteca Civica di Barberino di Mugello, Palazzo Pretorio, sala Vangi, 2016;
-Tre presentazioni di proprie opere al Giugno Musicale, Firenze, ”Careggi in musica”, 2016;
-Biblioteca Nova, Isolotto Firenze, Chiostro di Villa Vogel, Firenze, presentazione di Gabriella Cinti, 2017;
-Sassoferrato, presentazione a cura di Laura Cavasassi, 2018.
-Museo della Stampa, Centro Studi Stampatori Ebrei, Soncino (CR), a cura di Roberto Luciani, 2021.
A questo periodo risale il mio incontro con Fernando Galassi, tuttavia altri critici d’arte si sono interessati della sua pittura, tra questi Luciano Lepri, Sandra Marsini, Gabriella Cinti, Laura Cavasassi. La titolare della Galleria d’arte di Mantova, Arianna Sartori, nella rubrica ARTISTI OGGI della prestigiosa e storica rivista ARCHIVIO di dicembre 2021 (anno XXXIII, n. 10) ha delineato la figura di Galassi.
Nelle opere esposte nel marzo 2022 nell’antologica Fernando Galassi. Segni e Colore al Museo della Stampa di Soncino, c’è un tema ricorrente assimilabile ad un momento onirico, ad una sorta di velatura dell’inconscio.
Non diversamente sembra poter interpretare il ricorrente modello delle sinuose linee colorate su cui l’artista basa la sua creativa produzione.
Linee che si contaminano reciprocamente in modo apparentemente casuale ma in realtà in un attento e voluto assemblaggio, consapevole espressione di una lunga ricerca che in parte lo avvicina a Mario Schifano.
Espressioni che si moltiplicano e s’impongono come tema dominante di una sinfonia dalla purezza aurorale; un misto di forma e radiosità, laddove l’aggregazione dei rapporti cromatici che si vengono a creare, atti certo a delineare la usuale forma modulare, ma anche ad ottenere maggiore luminosità, con i colori che si integrano a vicenda con effetti di forte brillantezza.
Si tratta di trame singolari realizzate con calibrati segni colorati che manifestano palesemente una organizzazione testuale e una propria peculiare coesione semantica.
In altre opere Galassi abbandona le linee per produrre “tarsie e incastri” dai colori vibranti che solo ad uno sguardo distratto potrebbero apparire dissonanti rispetto ai modelli precedentemente citati. La bellezza di questa produzione sta nella capacità del maestro di trasferire una sensazione di pace spirituale attraverso immagini solo apparentemente astratte, in grado di evocare l’atmosfera onirica e la spontaneità dell’espressionismo astratto, non priva di rimandi a Arshile Gorky.
I gialli intensi suggeriscono la luminosità del sole, i blu cobalto l’immagine tranquillizzante dell’acqua, si tratta di audaci realizzazioni concepibili attraverso captazioni mnemoniche e dal subconscio dove predomina un ordine di costruzione creato entro il margine preciso del foglio con la cosciente aderenza allo spirito di una morale iconografica ed estetica realizzata grazie alla meditazione appassionata della realtà.
Le opere assumono quindi l’accezione di autoriflessione e vaneggiamento, dove le linee difformemente colorate e i segni che attraversano la carta come espressivi bagliori sono l’emblema di un percorso interiore verso inquiete ed evocative forme pittoriche dove, pur in un linguaggio ritmico e seducente, in atmosfere chimeriche colme di sogno e poesia, si riscontra l’irrequieta visione del mondo di Fernando Galassi. (Roberto Luciani)
Il Museo della Stampa e il Centro Studi Stampatori Ebrei Soncino
Secondo la tradizione la sede dell’antica stamperia della famiglia ebraica dei “Soncino” provenienti da Spira, città tedesca situata vicino Magonza, era nella tipica struttura a torre di via Lanfranco nel borgo fortificato. Nel 1488 vi fu stampata la prima Bibbia ebraica completa. Il continuatore della famiglia, Gershom Soncino, divenne il più grande stampatore ebraico di tutti i tempi.
Attualmente il responsabile del prestigioso Museo della Stampa è Giuseppe Cavalli, mentre la curatrice del Museo è Francesca Perotti. La struttura offre la possibilità di poter osservare gli strumenti e le attrezzature impiegate durante il procedimento della stampa a caratteri mobili, consentendo di ammirare esemplari di macchine da stampa e permettendo la visione di mostre temporanee dedicate all’arte incisoria.
Un torchio del XIX secolo permette di osservare le metodologie con cui venivano stampate le singole pagine. Inoltre, alcuni pannelli iconografici delineano la storia della stampa, dei torchi e dei caratteri mobili, rievocando quindi l’attività lavorativa nell’officina tipografica dei “Soncino” in tempi passati.
Conclusioni
Con la sua produzione Galassi ci consegna un universo sentimentale emotivamente intenso. La straordinaria e significativa trama di segni modulari e colorati manifesta chiaramente una organizzazione testuale, una propria peculiare compattezza semantica.
“Le righe gestuali di Fernando Galassi, a volte sono verticali, diritte, inclinate, spesso tracciate senza rigore con movimenti che la sua mano gli detta tutte le possibili interpretazioni e direzioni, segni che si dilatano nello spazio intorno al bianco come nella parete quando appare una luce improvvisa dove i gialli e i blu dominano un paesaggio astratto visto dall’alto di una collina, è come una mappa circondata da colori gaggianti che apre lo spazio interiore di un artista e lascia sognare l’osservatore lasciandogli un respiro in attesa di una pausa musicale” (Paolo Gubinelli).
L’opera di Galassi è con ogni evidenza un’arte evocativa dalle rigide o fluttuanti ondulazioni. L’esito pittorico è nel segno della ricerca e della lucida riflessione, nel peculiare linguaggio artistico che appare come degna esemplificazione del raggiungimento di un equilibrio pressoché perfetto tra il sentimento morale e il contenuto plastico dei quadri.
MERCATO DELLA TERRA DI SONCINO l progetto del Mercato della Terra di Soncino è promosso proprio dalla Comunità Slow Food della Radice Amara di Soncino, dal Centro di Formazione Professionale e dalle condotte Slow Food di Cremona e Bassa Bresciana (quest’ultima cura anche l’organizzazione del Mercato della Terra di Padernello) con lo scopo di valorizzare l’alleanza fra produttori, cittadini e studenti del CFP per diffondere i principi di Slow Food ragionando su alcune parole chiave: “pranzi, amicizie, cultura ed economia locale” Oggi il progetto coinvolge circa 20 produttori che partecipano a rotazione nel corso dell’anno. Fra di essi sono presenti alcuni Presìdi Slow Food, dalle zone del cremonese, bresciano e bergamasco. Fra i prodotti in vendita lo zafferano, l’olio extravergine del lago di Garda, i salumi e i formaggi a latte crudo, miele, la pasta secca e fresca, l’ortofrutta e le conserve. Nei giorni della manifestazione, i prodotti del Mercato di Soncino sono anche i protagonisti del menu del pranzo organizzato in collaborazione con gli studenti del Centro di Formazione Professionale presso il Ristorante Didattico, aperto al pubblico. Soncino è facilmente raggiungibile sia in auto che con il servizio di trasporto pubblico, vista anche la vicinanza con la stazione dei treni. È disponibile un piccolo parcheggio antistante il Chiostro ed uno più capiente a 350 m. https://www.facebook.com/ilmercatodellaterradisoncino/ https://www.slowfoodcremonese.it/ Info e contatti Dove Soncino (CR), via F. Galantino 66, Chiostro dell’ex Convento delle Suore della sacra Famiglia Quando Ogni prima domenica del mese dalle 09.00 alle 17.00 Referente Andrea Brocchi Tel 3397208025 e-mail brocchiandrea260@gmail.com
Giornata della Memoria 2022 – Per non dimenticare la Shoah e le Deportazioni
Da Sabato 29 Gennaio a Domenica 13 Febbraio 2022, Ex Filanda Meroni – Soncino (CR)
Il 27 Gennaio verrà celebrata la Giornata della Memoria istituita dal Parlamento nel 2000,
data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione della ricorrenza, l’Associazione Pro loco - Museo della Stampa promuovono quattro appuntamenti:
Venerdì 28 Gennaio 2022 – Orzinuovi, Auditorium I.I.S. G. Cossali – riservato agli studenti
ore 10,30 Silvia Maria Rivetti “Il Gen. Guglielmo Barbò”
Giuseppe Cavalli “La Memoria della Shoah”
Sabato 29 gennaio, Soncino Sala Convegni dell’Ex Filanda Meroni – con la partecipazione
degli alunni dell’ I.C. Giovanni XXXIII Soncino
ore 10,00: Silvia Maria Rivetti “Il Gen. Guglielmo Barbò”
Giuseppe Cavalli “La Memoria della Shoah”
A seguire Ore 12,00 presso la Sala Mostre inaugurazione della Mostra:
"La Storia del Gen. Barbò".
Sempre Sabato 25 Gennaio, alle ore 21 nella Sala Convegni dell’Ex Filanda Meroni
ore 21,00; Silvia Maria Rivetti: “La Storia di mio nonno Gen. Guglielmo Barbò”
Giuseppe Cavalli “La memoria della Shoah”
L'esposizione, organizzata da Silvia Maria Rivetti e Giuseppe Cavalli presenta foto, documentazione d’archivio e prime pagine di giornali che raccontano la storia di quei terribili anni e le vicende del Gen. Guglielmo Barbò con foto del carcere di San Vittore.
L’ 8 settembre del 1943 la firma dell’armistizio lasciò i Soldati italiani senza ordini e istruzioni operative. Moltissimi di loro non vollero aderire alla Repubblica Sociale italiana fra questi il Gen. Guglielmo Barbò; pluridecorato nella 1ma Guerra Mondiale e per essersi distinto nella campagna di Russia, e dal 1 aprile 1943 comandante della Scuola di Applicazione di Cavalleria di Pinerolo.
Il 12 settembre la Scuola passò sotto il comando tedesco ed egli, con tutto il personale militare, fu caricato su un treno per essere internato in Germania attraverso il Brennero.
Nella stessa notte riuscì a fuggire dal treno ed entrò nella resistenza piemontese. Catturato il 16 agosto 1944 e trasferito nel carcere di San Vittore a Milano, fu portato poi a Bolzano da dove, il 5 settembre, fu inviato, quale "detenuto politico", con il “Trasporto 81” al campo di concentramento di Flossenbürg in Germania. A causa delle durissime condizioni di detenzione morì il 14 dicembre dello stesso anno.
Sono esposte anche foto del Carcere di San Vittore e del Campo di Sterminio di Flossenbürg.
La Mostra rimarrà aperta al pubblico, a ingresso libero, fino al 13 Febbraio.
Dal Martedì alla Domenica dalle ore 10,00 alle 12,30- Sabato e Domenica anche il pomeriggio dalle 14,30 alle 17,00. Su prenotazione allo 0374-83171 o info@museostampasoncino.it anche nei giorni feriali dalle 14,30 alle 17,00.
Tutte le iniziative sono promosse dall’ Associazione Pro loco Museo della Stampa di Soncino,
dall’I.I.S. G.Cossali di Orzinuovi e dall’ I.C. Giovanni XXIII di Soncino
con il patrocinio del Comune di Soncino, della Provincia di Cremona, dell’ ANED, di Children of Selvino, Lions Soncino e della Fondazione Memoria della Deportazione
Il Giorno della Memoria rappresenta, per tutte le comunità, un’opportunità di incontro e una significativa esperienza educativa.
Un giorno che deve essere una presa di coscienza di ciò che l'uomo è stato capace di compiere e questo nella consapevolezza che dobbiamo fare tutto il possibile affinché non accada mai più.
“Gli avvenimenti dell’8 settembre sopraggiunsero di sorpresa provocando prima un senso di vivo disagio e poi una forte reazione in tutti noi che non volevamo a nessun costo abbandonare le popolazioni alle persecuzioni nazifasciste, giacché, abituati alla scuola della giustizia e della disciplina, ritenemmo ovvio rimanere ai nostri posti per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.”
Domenico Marcello, colonnello della Legione Carabinieri Reali di Padova.
ROBERTA PANCERA
Nata a Brescia nel 1971, vive e lavora a Pavone del Mella (Bs).
Dopo il diploma conseguito al Liceo Artistico “B. Bembo” di Cremona, prosegue gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano conseguendo la laurea nel 1993. L'anno successivo si aggiudica una Borsa di studio estiva promossa dall'Accademia d'Ungheria di Roma a Eger in Ungheria, sul tema”Monument living houses” .
Negli anni 2004/2005 è stata allieva del Maestro Incisore Vladimiro Elvieri e da questo incontro sperimenta l’uso di nuove tecniche e nuovi materiali. Nascono lavori d'incisione nei quali prediligerà l'utilizzo della puntasecca su lastra di plexiglass.
Spaziando tra le diverse tecniche pittoriche, nel corso degli anni è stata chiamata a realizzare opere murali in spazi pubblici e privati, eseguiti con la tecnica ad affresco e a graffito, nei comuni di Ragoli (TN), Strembo (TN), Pinzolo (TN), Mortaso (TN), Campi di Riva del Garda (TN), Manerbio (BS), Pavone del Mella (BS), S.Gervasio Bresciano (BS), Bassano Bresciano (BS), Sommo (PV).
Dagli anni '90 ad oggi ha partecipato a numerose esposizioni collettive, a biennali d'incisione e a diversi concorsi in Italia ed all'estero, aggiudicandosi premi e segnalazioni per le sue opere, oltre ad aver fatto diverse mostre personali sul territorio nazionale.
Attualmente concilia il lavoro d'artista con l'insegnamento di Arte e Immagine presso l'Istituto Comprensivo di Pralboino (Bs).
ROBERTA PANCERA
Nata a Brescia nel 1971, vive e lavora a Pavone del Mella (Bs).
Dopo il diploma conseguito al Liceo Artistico “B. Bembo” di Cremona, prosegue gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano conseguendo la laurea nel 1993. L'anno successivo si aggiudica una Borsa di studio estiva promossa dall'Accademia d'Ungheria di Roma a Eger in Ungheria, sul tema”Monument living houses” .
Negli anni 2004/2005 è stata allieva del Maestro Incisore Vladimiro Elvieri e da questo incontro sperimenta l’uso di nuove tecniche e nuovi materiali. Nascono lavori d'incisione nei quali prediligerà l'utilizzo della puntasecca su lastra di plexiglass.
Spaziando tra le diverse tecniche pittoriche, nel corso degli anni è stata chiamata a realizzare opere murali in spazi pubblici e privati, eseguiti con la tecnica ad affresco e a graffito, nei comuni di Ragoli (TN), Strembo (TN), Pinzolo (TN), Mortaso (TN), Campi di Riva del Garda (TN), Manerbio (BS), Pavone del Mella (BS), S.Gervasio Bresciano (BS), Bassano Bresciano (BS), Sommo (PV).
Dagli anni '90 ad oggi ha partecipato a numerose esposizioni collettive, a biennali d'incisione e a diversi concorsi in Italia ed all'estero, aggiudicandosi premi e segnalazioni per le sue opere, oltre ad aver fatto diverse mostre personali sul territorio nazionale.
Attualmente concilia il lavoro d'artista con l'insegnamento di Arte e Immagine presso l'Istituto Comprensivo di Pralboino (Bs).
ROBERTA PANCERA
Nata a Brescia nel 1971, vive e lavora a Pavone del Mella (Bs).
Dopo il diploma conseguito al Liceo Artistico “B. Bembo” di Cremona, prosegue gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano conseguendo la laurea nel 1993. L'anno successivo si aggiudica una Borsa di studio estiva promossa dall'Accademia d'Ungheria di Roma a Eger in Ungheria, sul tema”Monument living houses” .
Negli anni 2004/2005 è stata allieva del Maestro Incisore Vladimiro Elvieri e da questo incontro sperimenta l’uso di nuove tecniche e nuovi materiali. Nascono lavori d'incisione nei quali prediligerà l'utilizzo della puntasecca su lastra di plexiglass.
Spaziando tra le diverse tecniche pittoriche, nel corso degli anni è stata chiamata a realizzare opere murali in spazi pubblici e privati, eseguiti con la tecnica ad affresco e a graffito, nei comuni di Ragoli (TN), Strembo (TN), Pinzolo (TN), Mortaso (TN), Campi di Riva del Garda (TN), Manerbio (BS), Pavone del Mella (BS), S.Gervasio Bresciano (BS), Bassano Bresciano (BS), Sommo (PV).
Dagli anni '90 ad oggi ha partecipato a numerose esposizioni collettive, a biennali d'incisione e a diversi concorsi in Italia ed all'estero, aggiudicandosi premi e segnalazioni per le sue opere, oltre ad aver fatto diverse mostre personali sul territorio nazionale.
Attualmente concilia il lavoro d'artista con l'insegnamento di Arte e Immagine presso l'Istituto Comprensivo di Pralboino (Bs).
Vladimiro Elvieri – Maestro Incisore
Per secoli, il linguaggio dell’Incisione ha costituito la base per ogni sviluppo artistico, ha accompagnato le vicende storiche, e spesso anticipato temi e contenuti, grazie alla sua capacità di diffusione nei più ampi strati della popolazione. Parimenti, anche la ricerca tecnica si è evoluta nei secoli, e dopo la prima stagione della xilografia su legno, si è giunti, con l’invenzione del torchio calcografico, al periodo d’oro della tecnica a bulino, dalla seconda metà del Quattrocento alla metà del secolo successivo, passando poi alla tecnica dell’acquaforte, e cioè alla pratica dell’acidatura, a tutt’oggi la più diffusa tra gli incisori, e ad altri metodi calcografici diretti e indiretti, che hanno ampliato le possibilità espressive del mezzo incisorio, approdando, nel XX secolo, a una straordinaria fioritura di nuove esperienze, condotte soprattutto nei grandi atelier, fondando scuole e movimenti, ormai patrimonio della storia dell’arte e della cultura.
L’incisione possiede modi di conduzione che vanno dai più lenti e meditativi (ad es. il bulino) in cui è necessario un lungo tirocinio di apprendimento, a metodi nei quali la velocità di esecuzione fa parte dell’opera stessa; nel Novecento, sono tanti i sistemi inediti adottati dagli artisti, alla luce dei quali potremmo dire che ogni artista potrebbe inventarsi una diversa e più appropriata maniera per esprimere al meglio la propria poetica.
Tuttavia, l’incisione cosiddetta di “traduzione”, che per secoli ha avuto il merito di divulgare le immagini della storia dell’uomo, con opere sacre, profane, divulgative, scientifiche, architettoniche, pittoriche, ecc., soppiantata dall’avvento della litografia e poi soprattutto della fotografia, ha contraddistinto, agli occhi di molti, la stampa d’arte, svuotandola però di quei contenuti straordinari di unicità e d’invenzione, già peraltro largamente evidenziati nei secoli dai grandi maestri come Dürer, Rembrandt, Canaletto, Tiepolo, Piranesi, Picasso, Hayter, e tanti altri, relegandola, anche a causa di ottusi pregiudizi ottocenteschi perduranti fino ai giorni nostri, a mera riproduzione, senza una propria progettualità e sensibilità.
Di fatto, da quando l’incisione si è emancipata dai vincoli della “traduzione”, ha liberato le energie creative degli artisti, rendendosi un linguaggio pienamente autonomo, in grado di esprimere, attraverso la manualità e una prassi legata ai valori di una sensibilità corporea e di una alta artigianalità, oggi ingiustamente emarginati, persino nelle Accademie d’Arte, il pensiero individuale, e una ricchezza di significati raramente espressi con altri linguaggi.
Incidere, oggi, nell’ambito di una società soggiogata dai nuovi sistemi tecnologici, non in grado di opporsi alla sempre più massificante manipolazione delle coscienze, assume quindi il valore di un gesto rivoluzionario, di una riconquista della creatività e dell’immaginazione che rompono gli schemi degli ordini precostituiti, attraverso l’operare in profondità con gli strumenti (punte, rotelle, sgorbie, acidi ecc,) sulle materie (legno, metallo, plastiche ecc.), per far fluire, attraverso una ritrovata manualità, il pensiero che diventa realtà tangibile. Un gesto che ci rende protagonisti di noi stessi, per progettare un futuro degno dell’uomo e riscoprire i veri valori comunicativi.
Ecco ciò che leggo nelle incisioni di Roberta Pancera, che esprime la propria personalità con rara sensibilità e una chiarezza d’immagini che scaturiscono da una tecnica sopraffina come la “puntasecca su plexiglas”, in cui ogni errore, ogni ripensamento permane sulla lastra, e per mezzo della quale, l’autrice si interroga su una umanità che cerca un senso al proprio esistere, i suoi personaggi si intersecano su piani e prospettive utopistiche , ma sempre alla ricerca di una unità e di una meta comune, nel tentativo di costruire un mondo ideale, per vincere insieme le difficoltà e il dolore. Per Lei, la punta d’acciaio che scava la dura materia, è essenzialmente un modo ancestrale per fermare il proprio tempo; l’arte incisoria non è un passatempo ma una estrema necessità di cercare la bellezza, che impegna profondamente lo spirito.
Una preziosa testimonianza da condividere. Vladimiro Elvieri 2021
Considerazioni sull’arte di Paolo Gubinelli
Paolo Bolpagni
Portare sensatamente un contributo critico sull’opera di Paolo Gubinelli non è semplice, e per certi versi può apparire quasi temerario, considerando che hanno scritto di lui molti dei massimi esegeti dell’arte italiana contemporanea, da Lara-Vinca Masini a Giulio Carlo Argan, da Enrico Crispolti a Luciano Caramel, da Paolo Fossati a Giovanni Maria Accame, da Pierre Restany a Cesare Vivaldi, da Carlo Belloli a Fabrizio D’Amico, da Bruno Corà a Claudio Cerritelli, da Giorgio Cortenova a Tommaso Trini.
Insomma, Gubinelli è stato analizzato, posto nel giusto risalto, compreso e inserito a pieno titolo nell’alveo degli sviluppi delle arti visive aniconiche della seconda metà del XX secolo e poi dei primi due decenni del XXI. Uno degli esercizi tipici di chi voglia inquadrare l’attività e la vicenda creativa di un pittore consiste nel rinvenire ascendenze, individuare “parentele” formali o espressive, inserirlo in una “sequenza”. Si tratta di un’operazione necessaria e utile, perché consente con maggiore agevolezza il passaggio dalla critica alla storia. È più difficile, infatti, che gli isolati – ossia coloro che sono classificabili a stento, che sfuggono o si sottraggono a un’indagine di questo tipo – siano acquisiti dalla sintesi del racconto retrospettivo (così come, all’opposto, quelli che sono fin troppo amalgamati in una tendenza o in uno stile, quasi da confondersi con essi e smarrire la propria individualità). D’altro canto, nulla mi distoglierà mai dall’idea che, essendo l’individuo, nella sua unicità, irriducibile a qualsivoglia generalizzazione, in qualunque chiave e prospettiva essa sia (siamo tutti diversi, c’è poco da controbattere!), anche nell’àmbito artistico, pur nell’ovvia esigenza di stabilire linee di connessione e sviluppo, di ravvisare rapporti e scambi, di elaborare una “tassonomia” entro la complessità fenomenologica delle manifestazioni espressive e formali, resti il problema della comprensione piena e autentica della personalità del singolo. Anzi, volendo portare alle estreme conseguenze il ragionamento, si potrebbe giungere alla conclusione che l’opera stessa sia un unicum, e che discettare sulla globale produzione di un artista, o anche soltanto su un ciclo o su una serie di lavori, rischi di non centrare l’obiettivo di una perfetta intellezione del suo quid più profondo e genuino.
Gli interrogativi metodologici che mi rivolgo non sono certo originali: basterebbe por mente a Walter Benjamin e alle riflessioni sul concetto di “critica” come “completamento” dell’opera ed “esperimento” su di essa, per ammutolire e riscoprirsi epigonali pensatori di pensieri già pensati. Tuttavia è pur vero che si tratta di domande non più così comuni, in una realtà di studi spesso appiattiti in maniera banale su questioni irrilevanti o secondarie, quasi sempre d’importazione statunitense (dalla dialettica fra modernismo e anti-modernismo ai gender studies), supinamente accolte da chi dovrebbe semmai attingere a ben altre radici e fonti di riflessione critica, europee e in special modo italiane e francesi, e da queste ripartire per lo sviluppo di un metodo sensato di analisi ed ermeneusi.
Mi si perdoni dunque l’inattualità di questa premessa teorica, che è sgorgata spontanea dalla meditazione sull’opera di Paolo Gubinelli, in particolare dei suoi lavori realizzati con tratti graffiti sulla carta mediante l’utilizzo di lame, con colori in polvere, con acquerelli, con piegature del supporto, con frottages, con scavi nel polistirolo, e inoltre dei rilievi su ceramica, su porcellana e su vetro, delle incisioni su plexiglas, fino alla dimensione dell’installazione ambientale. La varietà tipologica è ampia, ma non frastornante, perché consente di cogliere, allo sguardo di chi sia educato al saper vedere, una continuità di ricorrenze formali e di intenzionalità e forsanche attitudini psicologiche ad esse sottese (sulle quali, però, sarebbe arbitrario e un po’ presuntuoso pronunciarsi).
A costruire il campo dell’immagine è il segno: un segno sottile e spesso irregolare, che ha trovato nella dinamica della scalfittura il proprio modo precipuo d’estrinsecarsi. Non lo ritengo emblema o metafora di una ferita, il che sarebbe troppo scontato, bensì di una ricerca di esprit de finesse, che si appalesa in una scrittura che è un personalissimo linguaggio, un sistema di forme simboliche da decodificare con pazienza ed esercizio. In questo lessico troviamo strutture di linee pressoché parallele, simili a frammenti di tetragrammi o pentagrammi (privi però di note: il riferimento alla grafia musicale sarebbe estrinseco), segmenti che si incrociano – creando angoli ottusi e acuti – in sequenze di reticolati, segni ondulati e curvi in dialettico dialogo con queste, diagonali o pseudo-diagonali, fasci di rette che attraversano l’intero campo visivo dell’opera, talvolta rastremate, raggruppamenti irregolari, punti singoli e autonomi o organizzati in successioni. In alcuni casi è la sola configurazione lineare a determinare la manifestazione fenomenica del lavoro di Gubinelli, in una monocromia bianca che in realtà è apparente, giacché i graffi e le incisioni provocano comunque chiaroscuri e quindi gradazioni di grigi, mostrando una sensibilità dell’artista per le facoltà insieme “costruttive” e poetiche della luce. Là dove è impiegato il colore, la sua funzione è, per così dire, contrappuntistica rispetto al segno, alla stregua che, in una fuga, il controsoggetto, o meglio il divertimento, nell’accezione di transizione fra esposizioni e/o riesposizioni del tema. Ciò non significa certo che esso costituisca un dato esornativo o secondario; anzi, quando compare, diventa un fattore significante ed essenziale nell’economia dell’opera, nell’equilibrio degli elementi, arrivando addirittura a esserne il fulcro, il centro calamitante. Accade anche che sia utilizzato in chiave lirico-espressiva, evocativa, oppure, soprattutto nei rilievi in ceramica, associato a determinate forme geometriche.
Immancabilmente, quale che sia il trattamento delle componenti visive, nonché il ricorso ad alcune piuttosto che ad altre, in combinazioni anche assai variate, con evidente gusto del ritmo e della concinnitas, la sottigliezza di Paolo Gubinelli emerge come una qualità caratteristica di una maniera davvero personale di fare arte, che si colloca al di là e di fuori da tendenze precise, fermo restando l’ovvio presupposto della lezione degli astrattisti degli anni dai Dieci ai Trenta, di Lucio Fontana e degli Spazialisti.
(Botticino Sera, 3 gennaio 2019)
Direttore, Fondazione Centro Studi Ragghianti, Lucca
Presentazione del libro
una Storia (non) solo Mia
Introduce: Alessio Rosin
Presta la voce: Massimo Lanfredi
Domenica 24 Ottobre a Soncino (CR) si svolgerà la 55° Sagra delle Radici.
L’associazione Pro loco ha deciso di confermare la manifestazione più importante di Soncino, per dare un segnale di ripresa dopo un periodo non facile per commercianti e artigiani.
La sagra ha come protagonista una delle eccellenze gastronomiche del territorio: la Radice Amara.
Dalle ore 10 si potrà passeggiare tra stand espositivi di prodotti della terra, eno-gastronomici, artigianali e commerciali, si potranno ammirare le opere di pittori ed artisti e saranno allestiti stand per la promozione delle attività delle associazioni culturali, di volontariato e delle scuole.
In Piazza Garibaldi ci sarà il Punto Ristoro allestito dall'Associazione Pro loco, in cui verranno serviti piatti di radici, panini con la salamina, patatine fritte, mostarda e torrone.
E’ necessaria la PRENOTAZIONE al numero 0374.84883 o tramite mail a info@prolocosoncino.it.
La Sagra delle Radici, inoltre, è un'occasione per visitare Soncino, cittadina annoverata tra i Borghi più belli d’Italia.
Particolare attenzione sarà prestata a tutte le misure di sicurezza per ostacolare la diffusione del Covid-19.
Per informazioni:
Tel. 0374/84883 - www.prolocosoncino.it - info@prolocosoncino.it - FB Associazione Pro loco Soncino
"LA FIABA DI MATTEO"
Bullismo, depressione e rinascita.
Matteo Belgio è un giovane poeta che, grazie ai suoi versi, ha vinto la depressione causata dalle violenze psicologiche del bullismo.
A causa del bullismo, Matteo ha abbandonato gli studi, vissuto anni difficili ed è stato quasi vicino ad un punto di non ritorno. Per anni ha raccontato i suoi drammi e i suoi sogni in versi tenuti nel cassetto.
Poi un giorno.... la pubblicazione del suo primo libro. Questa è stata per lui non solo una rivincita, ma un trampolino verso una nuova vita: visibilità sui social, interviste, Tv, Radio, un film, articoli sui giornali, primi posti nelle classifiche online, incontro con intellettuali virtuosi e ripresa degli studi abbandonati.
Artefici di questa rinascita tante persone buone, autori sensibili, modelli di vita speciali.
La FIABA DI MATTEO è oggi un incontro per adolescenti, genitori ed educatori che pur partendo da una storia triste, vuole parlare di vita, vittoria, speranza, rinascita, bellezza, crescita personale.
All'incontro partecipano gli "ANGELI DI MATTEO" ovvero autori/mentori che portano spunti di crescita e dialogo molto interessanti.
Proposta di svolgimento dell'incontro:
PARTE UNO - IL BULLISMO E LA DEPRESSIONE
. Matteo e la sua storia: BULLISMO
PARTE DUE - IL BULLISMO (DATI, VITA REALE, LEGISLAZIONE)
PARTE TRE - RINASCITA
Giornata Europea Cultura Ebraica 2021
L’incontro si svolgerà presso la Sala del Consiglio del Comune di Soncino, in virtù dell’importanza dell’evento, alla presenza di autorità locali, provinciali e della stampa e verrà trasmesso in diretta Facebook sul portale del Museo @museostampasoncino
Programma:
Ore 10,00 Saluto alle autorità presentazione dei relatori
A seguire:
Gershom da Soncino a Rimini: dialogo tra città
Dagli esordi al tramonto dell’attività tipografica in Italia
Francesca Perotti Conservatrice Museo Stampa
L’ebraismo “invisibile” in Italia attraverso alcune tradizioni locali
Usi e tradizioni ebraiche diventati poi usi e costumi di alcune zone d’Italia,
Elena Lea Bartolini De Angeli
Le tappe del dialogo tra Cristiani ed Ebrei in Italia dopo la Shoah’.
Francesco Capretti prof.dialogo Ebrei Cristiani
The meeting will be held in the Council Room of the Town Hall, for the importance of the event, with the participation of local and provincial authorities and the press and it will be transmitted online on Facebbok on the page of the Museum @museostampasoncino
Program:
Gershom from Soncino to Rimini: dialogue between cities
From the beginnings to the end of the typographic activity in Italy.
Francesca Perotti, curator of the Museum
The “invisible” Judaism in Italy through some local traditions.
Uses and Jewish traditions then become uses and habits of some Italian areas
Elena Lea Bartolini De Angeli
The phases of dialogue between the Christians and the Jews in Italy after the Shoah.
Francesco Capretti teacher Dialogue Jews-Christians
Stay tuned: a Soncino, le immagini, le opere luminose, le vetrate squillanti di accensioni cromatiche - nell’antica torre che ospita il Museo della stampa/centro studi stampatori ebrei - portano in alto. Ogni step, ogni sguardo, ogni opera diventa indicazione perfetta per ascendere a una dimensione onirica. Di piano in piano i gradini dell’antico torrione si trasformano in una vera scala verso il cielo: il sogno diventa così la chiave di lettura di un intervento artistico in cui ogni senso può essere svelato e tutto può essere guardato, pensato e ascoltato. È come se si aprisse una porta magica che permette di riflettere, analizzare, capire, e continuare a scoprire l’infinita strada da percorrere. Stay Tuned: questa mostra specialissima richiede dunque un’attività immaginativa supplementare: le opere trasformano l’intero contesto in un viaggio fatto di scoperte capaci di far uscire dalla realtà, perché agli sguardi del visitatore, tra continui interrogativi, tutto si propone come uno stimolo alla fantasia e alla curiosità. Stay Tuned. I neon accesi di colori saturi, di parole incastonate negli antichi spazi del Museo rendono tangibile qualcosa che, per definizione, senza supporto e materializzazione, resterebbe labile e volatile: il linguaggio verbale, col suo bagaglio lessicale, necessita infatti della parola scritta. A tutto ciò rimanda una sorta di truism luminoso (per dirlo alla maniera di Jenny Holzer) che recita Scripta manent. Appunto. Stay Tuned: Manuela Bedeschi ha collocato dunque i suoi neon all’interno delle finestre dell’antica casa torre del secondo quattrocento, appartenuta ai Soncino, e li ha resi due volte leggibili: dall’interno e dall’esterno. Le opere sono scritte al neon, con parole da vecchi esistenzialisti post concettuali: vola, sogna, segno… Guarda, pensa, ascolta: la prima sala del museo, accanto all’antico torchio ligneo, presenta operazioni ispirate, che rimandano ad esplorazioni in anfratti espressivi, scandagliati con una caparbietà estetica che ancora produce effetti fecondi nei loro riverberi di luce e di senso. Bellezza delle parole, reminiscenza di un’operazione che rimanda a Colui che, quando volle creare il mondo, guardò la Torah, parola per parola: e il mondo fu. E dunque ecco che «in principio era la parola»: perché la parola, di per sé, crea, stupisce, muove, ed è energia di trasformazione e cambiamento. Le opere/moniti di Manuela sono infatti consigli per un’etica dell’amore del pianeta e del prossimo. Imperativi per un’arte che chiede ai materiali raggianti e radiosi, dunque a materiali estranei alla tradizione - ma comuni a una pratica del contemporaneo che da Lucio Fontana porta a Bruce Nauman (e solo per fare due nomi) - di tramutarsi in fonte di meraviglia e di emozionante stupore, grazie anche a un lessico essenziale e affascinante come quello suggerito da Panta rei. Le scatole luminose creano dunque strutture sceniche che si muovono sulle vibrazioni luministiche del materiale di partenza, il neon, che, nei suoi riflessi, offre alle parole una consistenza fluida e fluttuante, capace qui di comunicare più della carta. Le vetrate, fatte di carte veline colorate, si accendono invece, al secondo piano della dimora dei Soncino, grazie alla luce che filtra dalle finestre, come accadeva (e accade) nelle vetrate gotiche. Entrano qui in gioco un'installazione e una strutturazione dello spazio che trovano nella carta il necessario e dovuto confronto/omaggio alla tradizione del museo della stampa. Sfilano davanti a noi note speciali di una messa in scena in cui la sensibilità femminile supera la razionalità dello spazio e della tecnica per addentrarsi negli orizzonti della poesia. Il museo dunque si è ora trasformato in un ambiente onirico, abitato da presenze e frequenze elettromagnetiche guizzanti: ci si muove in una sorta di acquario vivente, abitato da lunghezze d’onda danzanti. Stay tuned. Si procede ancora. E alla fine, in un buio corridoio, le scatole luminose della Bedeschi si accendono di una esplosiva sostanza eversiva: deflagrano nella struttura museale. La loro luce e la capacità di appropriarsi e trasformare lo spazio creano forze, di volta in volta, centripete e centrifughe, che, nella loro instabilità, delineano il destino stesso delle forme, la loro vitalità, la loro imprevedibilità, il fascino di un messaggio intrecciato di senso e di bellezza. Lo scintillio vibratile dei riflessi dei neon dematerializza le pareti e dà forma alla materia dei sogni: materia biblica per eccellenza. Lampeggia, dappertutto, una risacca di parole che sanno di avvertimento, di necessità di “riparazione del mondo”. Paura, tensione, desiderio, sono affidate a messaggi di luce, diventano un memento mori che trova, nella materia della contemporaneità, un raro e raffinato strumento di meditazione, dove all’armonica interrelazione col museo è affidata una dimensione da intervento site-specific. Gianfranco Ferlisi
Luciano Pea
Si è formato all ‘Accademia di Belle Arti di Brera. Docente di incisione e tecniche pittoriche alla Libera Accademia di Belle Arti (L.A.B.A) di Brescia. Attivo con esposizioni in ambito nazionale dalla fine degli anni ’80. Ha partecipato a esposizioni e manifestazioni internazionali, fornisce contributi artistici per eventi culturali. Numerose pubblicazioni di opere su cataloghi e libri d’arte. Nasce a Gottolengo (Bs) il 31.03.1961, vive a Brescia in via F. Carini, 4, studio via Agostino Gallo 5.
Sabato 7 Agosto, alle ore 17.30, presso il Museo della Stampa di Soncino si svolgerà l’inaugurazione della mostra intitolata Grafica ed illustrazione nell’editoria italiana tra fine Ottocento ed inizio Novecento. L’idea è quella di accompagnare il visitatore attraverso un viaggio di riscoperta di quella parte dell’editoria contemporanea spesso poco valorizzata, sebbene ricca dal punto di vista, non solo contenutistico, ma anche artistico.
La mostra, curata dalla Dott.ssa Valeria Rossini, responsabile del patrimonio librario, e da Giuseppe Cavalli, consigliere della Pro Loco con delega al museo, nasce dal salvataggio e recupero di materiale librario di vario genere. Essa si inserisce nel progetto culturale portato avanti dal Museo della Stampa di Soncino da oltre trent’anni: valorizzare e promuovere l’arte tipografica, dalla sua invenzione, a metà XV secolo, arrivando quasi ai nostri giorni, con particolare attenzione ai tipografi ebrei Soncino ed agli incunabuli e cinquecentine da loro prodotte. In questo caso viene affrontato un periodo storico non troppo lontano da noi, ma che, per le tecniche e la grafica utilizzata, ci riporta alla cura del dettaglio ed all’illustrazione dei tempi antichi.
Nella mostra sono presentati quasi tutti i generi editoriali del periodo, dalle opere di maggior valore economico ed artistico alle collane più popolari. Attraverso le incisioni di Gustave Doré e del suo amico/rivale Yan’ Dargent (Jean-Édouard Dargent) ci si immerge nel fortunato filone editoriale dei grandi libri illustrati, che hanno abbellito le librerie delle famiglie più abbienti a cavallo dei due secoli; si passa poi alle collane dai prezzi contenuti, sebbene con copertine curate, tra cui quelle della prolifica casa editrice Sonzogno, ed ai testi scientifici. Una sezione a parte è, infine, dedicata all’editoria musicale, dominata quasi esclusivamente dalla Ricordi, con una prevalenza di libretti e spartiti di opere liriche, assai in voga all’epoca, anche tra le classi popolari.
Le trenta opere sono accompagnate da brevi didascalie che permettono al visitatore di comprendere la finalità della mostra: procedere per un’analisi estetica dei libri, senza tralasciare alcuni importanti informazioni in merito alle case editrici che li hanno prodotti.
L’esposizione sarà visitabile presso il Museo della stampa di Soncino, in via Lanfranco 6/8, dal 7 al 22 Agosto negli orari di apertura: dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle 12.30, sabato e domenica anche al pomeriggio dalle 14:30 alle 18 (aperture pomeridiane in settimana su prenotazione al numero 0373/83171 o tramite mail a info@museostampasoncino.it).
Brescia, 14 maggio 2021. Come una partitura tra pensiero, poesia, elementi naturali, immagini, segno e sogno, Fuoriverso, poetry of fragility frammenti di un tempo sospeso, è l'universo narrativo della ricerca poetica di Maria Zanolli. Frammenti di poesie, parole, elementi della natura, i versi escono dalle pagine dei libri e dialogano con le visioni che li hanno ispirati. Il racconto poetico dell'autrice bresciana, da tempo impegnata in una ricerca tra natura, parola e immagine, arriva al Museo della stampa di Soncino dal 5 giugno al 4 luglio con un'esposizione che tenta di ricucire poeticamente i fili di questi tempi complessi. In mostra una trentina di lavori, poesie, incisioni calcografiche, cianotipie, collage di carta e stoffa immergono il lettore/spettatore in un viaggio in cui è possibile attraversare il tempo fragile e sospeso in cui viviamo e ricostruire una possibile mappa. Non è un caso che proprio la natura e la sua “voce' sia l'origine e l'orizzonte di Fuoriverso: è il mondo a chiedercelo, a dirci che qualcosa si è rotto e che è necessario fare un passo indietro, se c'è ancora tempo, tornare laddove tutto nasce, altrimenti vivremo nel caos di un universo fluttuante e instabile.
All'inaugurazione - in programma per sabato 5 giugno alle 17.30 - ci sarà una lettura di poesie a cura dell'autricenaccompagnata dalle corde del Sarod, liuto indiano, suonato dal musicista bresciano Paolo Camisani. Paolo Camisani, Manerbio, 1980, musicista e compositore inizia lo studio musicale nel 1996 come chitarrista. Il suo percorso di crescita varia tra diversi generi e lo porta a studiare con importanti maestri tra cui il chitarrista Riccardo Zappa. La sua evoluzione continua, poi, nel 2012 con l'incontro del Sarod, liuto della tradizione classica indiana del nord Hindustan. Inizia così gli studi con il maestro Riccardo Battaglia con cui parte per l'India dove studia con il guru Pradeep Barot, importante esponente della Mahiar, uno degli stili di riferimento della tradizione classica indiana
BIOGRAFIA
Maria Zanolli, Brescia, 1981 è autrice, giornalista, ama la natura e il cammino. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze della Comunicazione a Milano e la laurea specialistica in Giornalismo ed Editoria a Verona. Progetta e conduce laboratori di poesia per adulti e bambini e sperimenta l'incontro tra poesia e arte. È ideatrice dell'iniziativa Leggiamo Poesia, incontri di lettura condivisa per vivere insieme il piacere della poesia, e Cammino e Poesia. Sue poesie sono pubblicate su riviste e antologie di riferimento della poesia italiana. La Misura del vuoto, L'Erudita 2020, è il suo ultimo libro. È volontaria dell'associazione Equipark dove si occupa della cura degli asini e organizza iniziative intorno alla natura e al trekking. Sta frequentando un corso di formazione per diventare Guida Ambientale naturalistica Escursionistica.
COMUNICATO STAMPA “CASTELLI, FANTASMI, LEGGENDE” A SONCINO L’EVENTO “Castelli, Fantasmi, Leggende” non una mostra ma un ciclo di mostre programmate con un dettagliato Progetto presentato all’interno del sito www.castelli-fantasmi-leggende.it insieme alle immagini dei castelli, date degli eventi e tutte le info a riguardo. Il Progetto iniziato nel settembre 2019 continua dunque il suo percorso. Dopo le mostre nei castelli di Padernello e di Gorzone, è la volta della mostra-evento dal 28 agosto a Soncino, nel Museo della Stampa. Il Progetto proseguirà fino al 2023, anno in cui l’evento sarà ospitato a Brescia e Bergamo nel programma degli Eventi per Brescia e Bergamo Capitali della Cultura. LA MOSTRA: DESCRIZIONE Inizialmente solo la mostra inaugurale del ciclo, quella di Padernello, era prevista come mostra dedicata ad un solo Castello. Dall’Evento di Soncino invece le fotografie illustreranno fatti e storie tratti dalle leggende di più Castelli. Ecco che i visitatori potranno emozionarsi davanti alle immagini ispirate da storie o leggende diverse. Per ora rivivremo le vicende di Padernello e Gorzone di cui alcune immagini sono ospitate nella “Sala delle Stampe”. Scopriremo invece le inedite immagini che si ispirano alla “Leggenda delle due Torri”, la delicatissima dolce struggente storia ambientata intorno alla Rocca di Soncino, che Anna Martinenghi ha concepito, proposte nella “Sala del Torchio a Stella”. Per meglio comprendere la lettura delle immagini di quest’ultima leggenda si consiglia di leggere la “Leggenda delle Due Torri” al link www.castelli-fantasmi-leggende.it/soncino_la_leggenda_delle_due_torri.html Le stampe, in grande formato, realizzate con tecnica fineart in rigoroso bianconero, esposte in cornici retroilluminate, racconteranno ai visitatori la triste storia di Nives e Valente, complice e testimone la Rocca di Soncino. INFO & RIFERIMENTI Inaugurazione sabato 28 agosto 2021 alle ore 17, Museo della Stampa, via Lanfranco, 6. Chiusura domenica 19 settembre 2021. aperto da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 12.30 sabato e festivi dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00. Info alle mail: info@museostampasoncino.it - info@prolocosoncino.it Info e prenotazioni: 0374.83.171 - 0374.84.883
In occasione della ricorrenza del Giorno della Memoria e a seguito delle direttive in merito all'emergenza sanitaria, l’Associazione Pro loco Soncino e il Museo della Stampa promuovono i seguenti eventi fruibili online:
- INTERVENTO MUSICALE degli "OISAVAR QUARTET": Cecilia, Giovanni, Filippo, Giacomo e il padre Marco Ravasio suoneranno musiche di J. S. Bach, G. F. Handel , T. Albinoni, P. Casals, E. Morricone e N. Piovani.
L'esibizione sarà disponibile e visibile sul sito www.museostampasoncino.it dal 27 Gennaio
- CONVEGNO, Sabato 30 Gennaio alle ore 10, in diretta sulla pagina Facebook Museo della Stampa - Centro Studi Stampatori Ebrei Soncino.
Interverranno:
-Cavalli Giuseppe: "Il Ricordo della Shoah"
- Prof. Capretti Francesco: "Negare la Memoria"
- Bloisi Giovanni, Il Ciclista della Memoria: "In Viaggio verso Auschwitz"
All’incontro saranno collegati tramite un link dedicato gli Studenti dell’Istituto G.Cossali di Orzinuovi e dell’Istituo Comprensivo Giovanni XXIII di Soncino.
Presentazione del libro
una Storia (non) solo Mia
Introduce: Alessio Rosin
Presta la voce: Massimo Lanfredi
MATTEO SALVATTI
Nasce a Orzinuovi nel 1982.
Maturità scientifica e laurea in storia dell’arte (110/110) e in storia delle religioni (110/110). Vive in Franciacorta. Vincitore di premi letterari nazionali, è editore e fondatore della casa editrice Omnia, giornalista, direttore di testate giornalistiche e fin da giovanissimo ha collaborato con riviste nazionali: da Donna Moderna al mensile di Famiglia Cristiana Jesus, al Timone. E’ autore di libri presentati e recensiti in tutta Italia. L’ultimo, di poche settimane fa, con Sugarco: “Ci tenevo a precisare”. I suoi aforismi sono stati inseriti dal “Corriere della Sera” nella rubrica degli autori più rappresentativi del ‘900.
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